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Balena morta a Porto San Rocco a Muggia, carcassa recuperata e portata al largo sulla diga

MUGGIA. È già stata prontamente rimossa, nel pomeriggio di venerdì, e fissata alla diga a protezione del porto, la carcassa di balenottera comune rinvenuta in mattinata sotto i pontili del marina di Porto San Rocco, a Muggia. A breve, forse già oggi, le operazioni si dovrebbero concludere con il trasporto della pesante carcassa al largo, tramite rimorchiatori.

Una balenottera da 12-13 metri

Si tratta infatti di un esemplare di balenottera comune lungo circa 13 metri e largo 2,6, la cui presenza era stata ipotizzata per il forte odore emanato dalla carcassa, che stava iniziando a decomporsi. Dalla terraferma infatti l’esemplare non era visibile: è stato un operatore subacqueo, Stefano Apostoli, il primo a identificarla e a immortalarla in un video, inviato agli esperti dell’Area Marina Protetta di Miramare. Intanto sul posto, per decidere il da farsi, erano già accorsi rappresentanti della Capitaneria di porto, ricercatori dell’Amp di Miramare, rappresentanti dei Comuni di Trieste e Muggia, della Regione, di Asugi, di Porto San Rocco, e il nucleo sommozzatori dei Vigili del fuoco.

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Ordinanza sulla balneazione

La prima misura intrapresa, dopo una serie di consultazioni, è stata un’ordinanza del sindaco del Comune di Muggia Paolo Polidori, che ha deciso, a scopo precauzionale, di vietare per ragioni igienico-sanitarie, prima e durante le operazioni di rimozione della carcassa, la balneazione nel tratto di costa compreso tra il bagno San Rocco e tutto lo specchio acqueo di porto San Rocco. Parallelamente i ricercatori dell’Amp di Miramare hanno effettuato una serie di analisi sulle immagini della carcassa, che hanno fornito una varie informazioni che dovranno essere verificate dalla necroscopia, esame di routine nei ritrovamenti di mammiferi marini spiaggiati, che verrà effettuato dai veterinari del Cert - Cetacean strandings Emergency Response Team dell’Università di Padova. Spiega il biologo marino dell’Amp Saul Ciriaco, sul posto insieme ai veterinari della Regione: «L’esemplare, la cui morte sembra risalire a circa una settimana fa, è privo delle pinne pettorali, che si notano sul fondale sotto la carcassa».

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Una folla di curiosi

Per rimuovere la carcassa, mentre una folla di curiosi si era già assiepata nella zona del rinvenimento, l’area è stata interdetta al pubblico. Dopo una serie di tentativi per disincagliarla dal molo su cui si era incastrata, i Vigili del fuoco sono riusciti lentamente a riportarla in superficie, con un lungo e complesso intervento: si tratta di un gigante del mare dal peso di circa tre tonnellate al metro, che andava sollevato con la massima attenzione per non danneggiarne l’integrità e aumentare i rischi sul fronte igienico-sanitario. Quindi il gigante del mare è stato trasportato e legato alla diga al largo, in attesa dello smaltimento.

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E’ una specie vulnerabile

La balenottera comune (Balaenoptera physalus) è il secondo animale più grande del pianeta, dopo la balenottera azzurra: la femmina può raggiungere i 25 metri di lunghezza e le 80 tonnellate di peso. È un animale pelagico, vive cioè prevalentemente in mare aperto lontano dalla costa, e l’unica balena presente regolarmente nel Mediterraneo, dove normalmente arriva a circa 20 metri di lunghezza. È di colore grigio ardesia sul dorso e bianco sul ventre, con la mascella destra chiara e la sinistra scura. Si nutre principalmente di piccoli crostacei noti come “krill” e solitamente si osserva in gruppi di 2-7 esemplari. È inserita nella lista rossa dell’Iucn per lo stato di conservazione, etichettato come “vulnerabile”: nel Mediterraneo la causa di morte più comune è rappresentata dalle collisioni con le navi, soprattutto dove il traffico marittimo è più intenso. Anche nel caso di quest’ultimo ritrovamento il decesso della balena potrebbe essere imputabile al traffico marittimo, ma l’ipotesi potrà essere confermata soltanto dopo le analisi degli esperti.

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