A Trieste largo Santos ripulito dopo lo sgombero dei migranti: ora un presidio di Polizia e la caserma dell’Arma
Il mattino dopo l’operazione della Prefettura, sotto la tettoia di largo Santos non resta che un singolo telo termico, dimenticato da uno dei 180 richiedenti asilo trasferiti fuori regione.
Il sindaco Roberto Dipiazza loda l’operazione, dice che «finalmente abbiamo riportato ordine in quell’area», ma è consapevole che i migranti continueranno ad arrivare. E che, in assenza di altre soluzioni, il Porto Vecchio tornerà presto a popolarsi di altri senza fissa dimora. «Bisogna aumentare i controlli», sostiene Dipiazza.
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Impensabile perimetrare tutti i sessantasei ettari dello scalo, come accaduto per il Silos. Al momento la soluzione individuata dal sindaco per monitorare l’area è quella di destinare la pensilina dove per settimane avevano trovato riparo decine di migranti a posteggio per le volanti della Polizia di Stato. «Con il doppio risultato di incrementare la sicurezza, e non lasciare più libero quel piazzale», dice il sindaco. I migranti non potrebbero più dormirci.
In questa direzione andrà anche il nuovo insediamento del comando dei Carabinieri nell’edificio 110 dell’antico scalo. Si tratta del fabbricato giallo e arancio appena oltre il varco monumentale di largo Santos, proprio accanto a dove fino all’altro ieri era stata allestita una vera e propria tendopoli d’emergenza. I Carabinieri dovrebbero insediarsi in quella nuova sede entro l’autunno del 2025, tra un anno.
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L’edificio, pensato per le dogane e in passato utilizzato come ufficio postale, è stato ufficialmente trasferito dal Comune al Demanio dello Stato dietro corrispettivo di 261 mila euro (ripartiti per il 15% al Comune e l’85% all’Autorità portuale).
Il Demanio potrà ora mettere l’immobile a uso governativo dei Carabinieri, eseguendo così il protocollo d’intesa sottoscritto a dicembre 2023 tra Prefettura, Agenzia del Demanio, Comando dei Carabinieri del Friuli Venezia Giulia, Autorità portuale e Consorzio Ursus nell’ambito del progetto “Casa del Carabiniere 2030”.
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I lavori di adeguamento della struttura e delle aree esterne (che dovranno raccordarsi ai progetti in corso per il viale monumentale e il parco lineare, e a quello di Kipar per l’accesso in Porto Vecchio da largo Santos), inizieranno nei prossimi mesi. La struttura sarà pronta a stretto giro.
L’auspicio del comandante provinciale dei Carabinieri di Trieste Gianluca Migliozzi è che il comando possa insediarsi nella nuova sede di qui a un anno. In questo modo i Carabinieri torneranno a essere presenti in Porto Vecchio a dieci anni dalla chiusura della vecchia stazione, dal 2015 ripiegata nella caserma di via Hermet.
L’Arma potrà essere vicina al futuro quartiere dello scalo, al viale monumentale e agli spazi di largo Santos e piazza Libertà, e presidiare così i punti in cui ormai da anni stazionano centinaia di migranti in arrivo dalla rotta balcanica.—
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