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L’Alcolock è “un’invenzione” italiana?

L’Italia non è l’unico Paese europeo a disporre, per legge, l’obbligo – destinato solamente ad alcune persone – di installare sulla propria automobile e utilizzare (come vincolo alla possibilità di accendere il motore e guidare) un dispositivo Alcolock. Infatti, di questo strumento si parla anche all’interno di un Regolamento europeo datato 2019, quello dedicato ai “Requisiti di omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché di sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli, per quanto riguarda la loro sicurezza generale e la protezione degli occupanti dei veicoli e degli altri utenti vulnerabili della strada”.

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Parliamo, di fatto, di quel Regolamento UE (il 2019/2144) – che ha aggiornato le normative precedenti – che si è occupato di redigere dei paletti per la predisposizione delle nuove vetture (per omologazione o di nuova immatricolazione) ai sistemi ADAS (Advanced driver-assistance system) obbligatori. Dunque, quegli accorgimenti tecnici che fanno parte del grande libro dei dispositivi per la sicurezza stradale e per l’assistenza al guidatore.

Alcolock, cosa dice il Regolamento UE 2019

Tra questi, c’è anche l’Alcolock. Dunque, le automobili omologate dopo il 6 luglio del 2022 e quelle di prima immatricolazione a partire dal 7 luglio del 2024 possono essere vendute solamente se all’interno c’è già la predisposizione all’installazione di questo strumento. Dunque, appare evidente che il concetto di dispositivo che funziona a mo’ di etilometro installato all’interno di una vettura abbia origine molto precedenti rispetto alla più recente normativa italiana che andrà a scrivere il nuovo Codice della Strada. E nel 2021 sono state aggiornate le norme che interagiscono (a livello tecnico) sull’interfaccia di installazione di questi dispositivi a bordo delle automobili.

E negli altri Paesi?

Il resto è a carico dei singolo Paesi. Come abbiamo spiegato nel nostro precedente approfondimento, il nuovo Codice della strada italiano prevede l’installazione del dispositivo sulle automobili guidate da quei cittadini che hanno sulla propria patente di guida i codici 68 o 69. Dunque, coloro i quali sono stati “pizzicati” già una volta a guidare sotto l’alterazione dell’alcol, superando il limite degli 0,8 g/l (grammi per litro). Negli altri Paesi, invece, le norme sono differenti.

Sono in 17 a utilizzare già, seppur con dinamiche differenti, questo strumento come prevenzione per gli incidenti automobilistici causati dall’uso e abuso di alcol. In Svezia e Finlandia, per fare un esempio, tutti i mezzi del trasporto pubblico sono dotati di questo dispositivo. Paesi come Francia, Belgio, Portogallo, Danimarca, Polonia, Austria e Germania, vige l’obbligo di installazione a bordo dei cosiddetti “mezzi pesanti” per il trasporto di merci. In Lituania è obbligatorio per tutti gli autisti di mezzi commerciali che sono già stati sanzionati per guida in stato di ebbrezza. Dunque, il panorama è molto variegato, ma l’Italia non è un unicum.

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