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Sara Kelany: “Con i nostri emendamenti al decreto flussi alleggeriamo il lavoro dei magistrati”

“Con questo emendamento, sostanzialmente stabiliamo che per le convalide dei trattenimenti la competenza non è più delle sezioni specializzate in materia di immigrazione, ma invece diventa della Corte d’appello in composizione monocratica. Questo per due ragioni: uno, perché sgraviamo sostanzialmente le sezioni specializzate in materia di immigrazione di una delle tante competenze che posseggono e facciamo sì che si possa velocizzare il lavoro delle pratiche quotidiane; poi, innalziamo ad un giudice superiore – perché ricordo che i consiglieri di Corte d’appello sono giudici di maggiore anzianità e di maggiore esperienza – la cognizione rispetto ad una materia che tratta anche di diritti umani”. Così, in un’intervista a ‘La voce del patriota’, la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany spiega il suo emendamento al decreto flussi che sposta la competenza in tema di migranti alle corti d’appello.

Sara Kelany: ecco cosa stabiliamo con i nuovi emendamenti

Rispetto al passato, spiega Kelany, “sono cambiate due cose: una sui ricorsi avverso i dinieghi di protezione internazionale, una sui ricorsi avverso i trattenimenti. Prima, quando una commissione territoriale negava il diritto di asilo o comunque di protezione, il migrante faceva ricorso alle commissioni specializzate in materia di immigrazione. Poi, non c’era la possibilità di fare appello, che era stata eliminata nel 2017, ma si faceva il cosiddetto ‘ricorso per saltum’ in Cassazione. Con il decreto, era stato reintrodotto invece il grado di appello per i dinieghi relativi alle concessioni di protezione internazionale. Col mio emendamento, abbiamo corretto questa parte: abbiamo tolto nuovamente il giudizio di appello per queste ipotesi e, invece, abbiamo introdotto la competenza della Corte d’appello con riferimento alle convalide dei trattenimenti”.

“Abbiamo dunque fatto due operazioni – prosegue Sara Kelany – la Corte d’appello non è gravata da entrambe le competenze, perché con il mio emendamento abbiamo tolto quella relativa al ricorso in appello avverso i dinieghi di protezione internazionale e introdotto quella come giudice di primo grado per i trattenimenti”.Sull’eccessivo peso sulle corti d’appello a seguito di questo emendamento, la deputata FdI precisa: “Non è così. I giudici, nell’esaminare questo emendamento, hanno fatto anche un errore marchiano”.

E Sara Kelany prosegue: “Lunedì presenteremo il provvedimento in Aula e sarà una relazione, insomma, illustrativa rispetto a quelli che sono stati i punti trattati da questo decreto. Il decreto flussi, come si sa, sostanzialmente mette ordine in una disciplina che aveva mostrato delle falle: quella, appunto, del ‘click day’ dei flussi, che il Presidente del Consiglio aveva anche provveduto a denunciare di fronte alla Procura Nazionale Antimafia”.

“Diamo un canale preferenziale all’immigrazione femminile”

C’è anche un altro emendamento, proprio a firma Sara Kelany, sulla questione dei flussi regolari.  “Abbiamo garantito dei canali privilegiati in ingresso per le donne, per tutti i settori, almeno fino al 40% delle domande. Se dunque per alcuni settori le donne non presenteranno il 40% delle domande, entrerà sicuramente la quota di donne che comunque ha fatto richiesta, senza seguire il criterio cronologico-  illustra la deputata di Fratelli d’Italia – Quindi, c’è proprio un canale privilegiato. Qualora si dovesse superare per tutti i settori la richiesta femminile del 40%, si concorrerà secondo il sistema ordinario, che predilige il criterio cronologico di presentazione della domanda. Questo è molto importante perché noi privilegiamo, in questo modo, l’immigrazione femminile, diamo un canale preferenziale una tutela alle donne in ingresso”.

Ecco le novità sulla lista dei Paesi sicuri

Infine, le novità sulla lista dei Paesi sicuri. Cos’è cambiato? “Andiamo avanti rispetto alle politiche migratorie così come avevamo promesso agli italiani. Abbiamo innalzato a livello di norma di rango primario quello che prima era inserito all’interno di un decreto interministeriale (dai ministeri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia). Anche in conseguenza delle continue disapplicazioni da parte dei giudici dei tribunali delle sezioni specializzate, abbiamo innalzato questa previsione a livello di norma di rango primario”. Alcuni giudici hanno rinviato la questione alla Corte di Giustizia. “Siamo consci e consapevoli del fatto che c’è questo ricorso relativo alle procedure accelerate di frontiera. Attenderemo quelle che saranno le determinazioni della Corte di giustizia, certi del fatto di aver introdotto queste procedure esattamente così come previste dalla normativa europea”, conclude Kelany.

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