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Via ai cantieri, ecco come cambiano borgo Pracchiuso e la casa di cura La Quiete

Cambiare volto ai quartieri, e poi alle città, implica tempo, cospicui investimenti economici e di forze e spesso complesse mediazioni tra parti politiche opposte. Sforzi che ripagano, mitigando la fatica, quando si avvicina la fine dell’ultimo miglio: è il caso di borgo Pracchiuso e della riqualificazione dell’ex caserma Reginato. Un’operazione che è quasi arrivata al termine, con la ristrutturazione della stecca “Ex infettivi” partita lo scorso settembre, grazie a un milione e mezzo di euro stanziati dall’assessorato Infrastrutture e territorio della regione: quella struttura ad archi color ocra diventerà parte della casa di cura “La quiete”, ospitandone gli uffici.

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«Senza il contributo degli assessori Amirante, Riccardi e prima Pizzimenti, tutto questo non sarebbe stato possibile» ringrazia Alberto Bertossi, presidente dell’Azienda pubblica per i servizi alla persona (Aps). «L’aiuto e l’attenzione che la Regione ha sempre mostrato per la Quiete consentiranno di completare i lavori entro la fine del 2025 e poi, a cantiere chiuso e uffici spostati, penseremo a una riorganizzazione interna che valorizzi ancora di più gli spazi» continua Bertossi, spiegando che l’ente, che ora ospita 375 persone nella casa di riposo, 60 nell’Rsa e 15 nell’hospice, necessita di alcuni ulteriori interventi interni.

Una storia quasi decennale

Lo sblocco dei fondi per la fase finale della ristrutturazione è solo l’ultimo passaggio di una storia che ha cambiato completamente l’aspetto del triangolo compreso tra via Pracchiuso e viale Armando Diaz, e che vede tra i protagonisti Stefano Gasparin, attuale assessore comunale alla Salute e all’Equità sociale, presidente della Quiete fino al 2020, quando ha ceduto il testimone ad Alberto Bertossi, e la regione Friuli Venezia Giulia. Il primo step risale al 2017: il 23 novembre la Quiete acquisisce gratuitamente l’area dal Demanio. 11.200 metri quadrati dell’ex caserma Reginato e dell’ex ospedale militare, da riqualificare completamente, con l’obiettivo di migliorare gli spazi assistenziali e creare nuove aree pubbliche.

Nei due anni successivi la regione investe altri tre milioni, utili a trasformare una parte del complesso nella sede della Prefettura e ad aumentare la capacità della casa di cura: nel 2019, poi, viene abbattuto il muro che correva lungo via Pracchiuso e che separava la zona militare dal resto del quartiere. L’abbattimento viene vissuto come atto simbolico di rottura con il passato e di restituzione di quegli spazi alla comunità.

Le fasi finali

Un altro milione di euro viene investito nel 2021 dalla giunta Fedriga, Pizzimenti assessore, già con l’intento di iniziare la ristrutturazione della stecca “Ex infettivi”: ma nel frattempo il mondo è cambiato, la crisi del Covid è in pieno fulgore e i fondi non bastano. Il progetto, così, rimane fermo per tre anni, fino a quando la Regione, assessore Amirante, concede il milione e mezzo di euro che consente la ripresa dei lavori per riqualificare non solo il padiglione in specie, ma anche l’ingresso all’area pubblica e al rifugio antiaereo ritrovato nel 2020 durante gli scavi e ora in parte accessibile. Una riqualificazione a tuttotondo, che dai singoli luoghi abbraccia l’intero quartiere.

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