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Johannis, il pittore che vide gli Ufo: un libro ne ripercorre la storia

“L’uomo degli Ufo. Johannis, l’incredibile storia di un futurista”, edito da Gaspari, è fresco di stampa e in presentazione martedì 26 novembre alle 18 a Casa Cavazzini a Udine, alla presenza dell’autrice, Lucia Burello, in dialogo con il professore Marco Maria Tosolini. Una storia incredibile, appunto e ben congeniata che ancora una volta ci ricorda quanto la vita possa per le sue trame, superare negli accadimenti gli slanci immaginativi più fecondi. Ne parliamo con l’autrice.

Da dove nasce l’idea del suo libro?

«Diciamo che amo raccontare storie veramente successe in Friuli e che tutti i miei libri trattano di eventi più o meno cruenti, più o meno bizzarri o particolari, avvenuti realmente. Mi piace fare la cantastorie scrivendo, forse perché noi giornalisti abbiamo il pallino di raccontare, in più fare ricerche è divertente. Un giorno trovo su un vecchio giornale un trafiletto scritto da questo Johannis, che era il soprannome di Luigi Rapuzzi. Negli anni Venti e Trenta fu un pittore futurista friulano. Insomma, leggo nell'articolo che, sul Col Gentile, sopra Raveo, siamo nel luglio del 1947, prima di imbarcarsi come clandestino per gli Stati Uniti, Rapuzzi- Johannis va per dare l’addio alla sua terra e tornando indietro vede un enorme oggetto ovale atterrato nella radura. Non capisce cosa sia. Poi vede due “omini” piccolini che descrive e disegna. I due gli rubano il contenuto del suo zaino e risalgono su questo oggetto mai visto prima. Considera che degli Ufo non si era ancora parlato in Italia e lui per primo li ha disegnati con l’iconografia che noi conosciamo. Curioso vero?»

Lei trascina il lettore dentro la vicenda di un uomo nato a Sacile, infanzia trascorsa sulle montagne della Carnia, dove cresce con la nonna. A Udine arriva dopo la Grande guerra, nel 1922, in casa dei genitori che appena conosceva e poi fugge per frequentare il Politecnico a Milano. Anche questo è storia vera?

«Sì certamente. Ex partigiano si era imbarcato, come clandestino in pieno Maccartismo. Una volta in America frequenta tutti gli ambienti degli ufologi, gli anni Cinquanta furono il Golden Age della fantascienza. Pensa che Jo Costello capo della mafia a New York gli commissionò un quadro enorme. I fatti che descrivo sono veri poi è ovvio che i collegamenti tra i personaggi che si incontrano nella storia sono romanzati. A Rapuzzi diedero anche l’incarico di una pala d’altare a Glen Clove. A un certo punto braccato dall’Fbi fu arrestato e rimandato in Italia.

In Italia, a Udine...

«Dove aprì una casa editrice sua che chiamò Galaxia, in via del Gelso, nello studio di Marcello D’Olivo che era un suo amico. Durò una sola stagione. Nella casa editrice lo aiutavano a scrivere racconti di fantascienza amici suoi tipo Giorgio Monicelli, fratello del regista Mario. Fallito il progetto, proprio Giorgio Monicelli, al tempo direttore di Urania, collana appena nata grazie alla straordinaria intuizione di Mondadori di fare come gli americani, chiamò Rapuzzi a scrivere. Da pittore divenne scrittore».

Un artista davvero eclettico legato ad amicizie importanti.

Fu senz’altro un pittore visionario che pochi conoscono ed è un peccato. Era amico di Pasolini e Zigaina con cui scrisse un nuovo Manifesto per l’Arte. Un noto personaggio della critica d’arte, Mario Verdone, papà del regista e attore Carlo, adorava Johannis, e scrisse una monografia su di lui. Anticipo che il giorno della presentazione del libro a Casa Cavazzini ci sarà un quadro di Johannis in mostra. Nel libro troverete anche una foto di un edificio, la “Famee Furlane”, primo Fogolar Furlan che Rapuzzi vide a New York e l'1 dicembre, su Rai5, nella trasmissione “Di là dal fiume e tra gli alberi” si parlerà proprio del mio libro nella puntata dal titolo "Udine, romanzo Alieno”».

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