Guerra, dazi e crisi in Germania: il litorale trema per la prossima estate
Putin e Volkswagen minacciano la stagione turistica sul litorale. La crisi economica e politica in Germania e la guerra in Ucraina, sono - a detta degli operatori - le più grosse incognite «degli ultimi 50 anni nel turismo».
Nemmeno con la Guerra fredda, e cioè senza il mercato dell’Est Europa, e con le mucillagini si erano registrati tali livelli di preoccupazione. A Caorle e a Bibione si teme soprattutto perché il turismo tedesco rappresenta un’importante fetta di ospiti.
Si pensa alla primavera del 2025, soprattutto si studiano alternative se la situazione dovesse precipitare.
Il 2024 è stato un anno trionfale, migliore probabilmente del 2023 in termini di introiti sul lungo periodo; ma il 2025 appare all’orizzonte con una cortina di fumo che non si riesce a scacciare via.
«Le chiusure degli stabilimenti Volkswagen sono le prime in assoluto, ma soprattutto a preoccuparmi è la guerra – ha riferito il presidente dell’ente fiera di Caorle, Raffaele Furlanis, che guida la Fiera dell’Alto Adriatico – noi ci stiamo chiedendo fin dove Putin possa arrivare. Se piove qualche missile da queste parti rischiamo di andare incontro a pesanti ripercussioni, di varia natura».
La Fiera di Caorle è stata anticipata da un paio d’anni nel mese di gennaio. Si parlerà anche di questi argomenti nei convegni. L’appuntamento è fissato dal 26 al 29 gennaio prossimi. «Sicuramente – spiega l’assessore al Turismo Mattia Munerotto - l'andamento dell'economia preoccupa molto con le forti difficoltà della Germania. L'andamento dei prezzi al consumo e il potere di acquisto sono un’altra incognita. Per il resto rispetto al 2024 il 2025 ha una distribuzione delle feste migliore».
La guerra non fa paura, per ora, ai commercianti. «Con tutte le problematiche legate alla guerra, credo che la crisi economica della Germania sia decisamente peggiore. Già nel 2024 si sono intravisti dei segnali importanti. Non possiamo trascurare – spiega il presidente mandamentale Ascom Portogruaro – Caorle - Bibione, Manrico Pedrina – che anche chi lavora nell’indotto rischia di non venire sul nostro litorale in vacanza, il prossimo anno».
Più o meno è quello che pensano anche gli albergatori di Bibione: «Credo che la crisi della Germania sia da tenere in considerazione. Il mercato italiano ha perso un po’ di potere d’acquisto. Di conseguenza dobbiamo essere bravi ad allargare la possibilità di investire su mercati relativamente nuovi – spiega il presidente dell’Aba albergatori di Bibione Adamo Zecchinel - e massimizzare gli sforzi su quelli tradizionali. Possiamo usare sistemi basati sull’intelligenza artificiale che ci possono dare maggiori informazioni e dati per sviluppare la promozione».