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Gite e viaggi d’istruzione sospesi, doccia fredda nelle superiori pavesi

PAVIA. Viaggi di istruzione sospesi per gli studenti di Pavia: è la decisione delle superiori cittadine dopo l’entrata in vigore delle nuove norme sugli appalti, che toccano anche il mondo della scuola. E così l’organizzazione delle gite entra in pausa: «I dirigenti rimangono in attesa di ricevere indicazioni ufficiali sulle procedure da seguire. Pertanto le uscite didattiche, viaggi di istruzione e stage-scambi culturali sono sospesi» hanno scritto i presidi in una comunicazione alle famiglie concordata tra gli istituti pubblici della città, vista «l’impossibilità temporanea per le istituzioni di procedere agli appalti relativi alle uscite didattiche». Le scuole, inoltre, hanno scritto all’Anac (l’autorità anticorruzione) e agli uffici scolastici provinciali e regionali per sapere come sbloccare l’empasse, che non riguarda solo gli istituti cittadini ma anche le più popolose scuole italiane e provinciali.

Procedure ferme

I presidi di Pavia hanno adottato la linea della cautela, dopo la fine delle deroghe al codice appalti previste per le scuole: le nuove norme, infatti, impongono che le procedure di affido superiori ai 140mila euro vadano aggiudicate da una stazione appaltante qualificata, cioè una pubblica amministrazione con i requisiti adatti a gestire incombenze di questo tipo. A febbraio, Anac aveva concesso una deroga alle scuole, scaduta il 30 settembre.

Oggi i dirigenti navigano a vista: «Gli istituti, attualmente, non risultano essere stazioni appaltanti qualificate per operare con importi sopra soglia comunitaria. Non essendo pervenuta dal ministero dell’Istruzione alcuna deroga alla data del primo ottobre 2024, le scuole restano bloccate e non possono avviare le procedure negoziali» si legge nella circolare pubblicata dal Bordoni, condivisa dalle dirigenze di tutte le superiori della città: Cardano, Copernico, Cremona, Foscolo, Taramelli, Volta, Cairoli e Cossa. Quest’ultimo, tuttavia, da tempo non organizza viaggi di più giorni, per evitare discriminazioni tra chi può permetterseli e chi no.

«Sui viaggi di istruzione siamo in pausa, in attesa di indicazioni chiare» dice Giancarla Gatti Comini, preside del Cardano di via Verdi: quasi 1.900 gli iscritti. «Dopo esserci confrontati, abbiamo condiviso una nota comune così da informare le famiglie in modo chiare. Bisogna fare in fretta, visto che l’anno prossimo si terrà il Giubileo che avrà un impatto su voli e trasporti». La dirigente del Cairoli Bruna Spairani, liceo di corso Mazzini da quasi 1.700 studenti e studentesse, aggiunge: «È un problema che deve essere affrontato dal nostro ministero, a questo punto dell’anno scolastico ci aspettavamo un coordinamento migliore per mettere le scuole in condizione di operare. Viaggi come gli stage linguistici interessano un gran numero di studenti, la somma dell’affido è di gran lunga superiore al tetto dei 140mila euro. In attesa di indicazioni ci siamo guardati bene dall’andare avanti: il nostro istituto non è dotato di un ufficio appalti».

Antonino Crea, preside del Bordoni, il tecnico economico da quasi mille iscritti, solleva le stesse criticità: «Non siamo in condizione di diventare una stazione appaltante, senza contare le ricadute economiche per il settore dei viaggi nel caso il blocco delle gite sia confermato». Carmela Lugani, preside dello scientifico Taramelli (700 iscritti) del classico Foscolo (300) e del istituto Cremona (430) esprime perplessità: «Tra viaggi d’istruzione, stage e periodi all’estero superiamo con facilità la soglia comunitaria. In attesa di un intervento del ministero, abbiamo informato le famiglie per metterle a conoscenza del problema. Chiediamo indicazioni uniformi, una volta ricevute siamo pronti a trovare una soluzione». Nel frattempo, i presidi rimangono in attesa: «L’Anac aveva raccomandato il coinvolgimento degli Uffici scolastici affinché pongano in essere gli strumenti più opportuni nel rispetto del principio di concorrenza. A oggi, non sono pervenute comunicazioni ufficiali» si legge nella nota.

L’Associazione dirigenti scolastici: «Rinunciare non è la soluzione, ora il ministero deve attivarsi»

«Non credo che l’idea di rinunciare ai viaggi di istruzione sia una soluzione da perseguire, tuttavia il ministero dell’Istruzione deve dare delle risposte» dice Giusy Moroni, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) per le province di Lodi e Pavia, parlando di un argomento da tempo oggetto di dibattito: le nuove regole degli appalti, che non riguardano soltanto i viaggi di istruzione ma si estendono anche ai contratti dei distributori automatici o la concessione dei bar interni alla scuola (per gli istituti che li hanno). «Più che a rinunciare ai viaggi, che tra l’altro hanno un impatto notevole sul settore turistico e delle agenzie – prosegue Moroni – mi aspetto un’iniziativa del ministero dell’Istruzione nei confronti di Anac, per trovare un accordo: in quest’ambito non si può dimostrare inerzia. Dalle interlocuzioni avute con l’autorità anticorruzione e il ministero, sono arrivate indicazioni pratiche ma non del tutto risolutive su come ripartire gli affidi per i viaggi d’istruzione. Al momento, sono pochissime le scuole che si sono qualificate come stazioni appaltanti: non vorrei che l’inerzia e la conoscenza superficiale del mondo della scuola portino a rinunciare ai viaggi di istruzione, che hanno un profondo valore formativo per studenti e studentesse».

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