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Spaccio al Movicentro di Ivrea, cinque arresti: era la “piazza” di acquisto per gli studenti

IVREA. Sono stati i suoi compagni a spiegargli dove si spacciava. Ha detto a finanzieri che lo hanno fermato: «Sono andato lì, come molti altri ragazzi della mia scuola». È così che un ragazzo che frequentava il secondo anno in una secondaria della zona è finito al Movicentro di Ivrea, per acquistare l’hashish venduto da un gruppo che aveva fatto del controllo del territorio la sua forza, stando a quanto svelato dalle indagini della guardia di finanza di Ivrea, comandato dal maggiore Francesco Dascanio, coordinate dal pm Alessandro Gallo.

In cinque sono finiti agli arresti domiciliari, per lo più giovanissimi, tutti difesi dall’avvocato Celere Spaziante del foro di Ivrea. Si tratta di Mohammed Zmiri, 20enne residente a Pavone, Mohamed El Krimy, 20enne di Ivrea, Yassine Abidy, 20enne di Ivrea, Badred-Dine Elbezdaoui, 28enne di Ivrea e Said Damraoui, 49enne di Salerano. L’accusa, per tutti, è di spaccio in concorso. L’indagine documenta attraverso le immagini delle videocamere, i riscontri degli acquirenti e i sequestri operati dai finanzieri, una rete di spaccio capace di effettuare oltre 300 cessioni di sostanze stupefacenti in pochi mesi, visto che le indagini sono iniziate a marzo. In tutto sono stati sequestrati 500 grammi di hashish, 1.680 euro e 15 cellulari. Le immagini, però, parlano di cessioni multiple e quotidiane.

Il Movicentro di Ivrea, crocevia tra le scuole superiori e la stazione ferroviaria, viene individuato come una vera e propria piazza di spaccio. Un posto dove ragazzini giovanissimi hanno la sicurezza di trovare dell’hashish, qualora volessero, a ogni ora del giorno, dietro corrispettivi che partono dai dieci euro, quindi abbordabili per le tasche di tutti. Dall’altra parte, le operazioni di vendita diretta erano compiute da coetanei. Ci sono in particolare due minorenni, provenienti da una comunità di accoglienza del Calusiese, che realizzano materialmente la maggior parte delle cessioni di sostanza stupefacente. Per uno vengono documentate 122 cessioni, l’altro invece ne realizza 75. Emblematico quello che accade tra Ivrea e Caluso l’8 giugno del 2024, quando tre minorenni, sotto la supervisione di alcuni indagati, tirano fuori da un tombino una busta con l’hashish, che poi vendono a chi lo cerca. In seguito raggiungono in monopattino il binario, seguiti da alcuni finanzieri. Dopo essere scesi a Caluso sono stati fermati e nella busta sono stati trovati 275 grammi di hashish.

Tra gli indagati, secondo la procura, c’era chi riceveva le richieste dei clienti, chi li direzionava verso i minorenni e chi fungeva poi da cassiere, incassando il denaro. Proprio in virtù del fatto che si tratta di un gruppo coeso di una ventina di persone, l’avvocato Celere Spaziante, che difende tutti gli indagati sostiene che «è difficile individuare i profili di reità». Cioè stabilire chi facesse cosa: spesso è chiaro chi cedeva la sostanza, ma i gesti spesso individuati come atteggiamenti per adescare i clienti, dovranno essere provati.

Al Movicentro le cessioni avvenivano prevalentemente nella zona sud (quella opposta rispetto alle scale che conducono ai binari), ma anche nei bagni interni. La connessione con altre zone della città è provata. Parliamo dell’autosilo di via Castiglia, ad esempio, in cui El Krimy, oggi ai domiciliari aveva «nelle sue disponibilità» un garage. Secondo gli investigatori è stato ripreso più volte da una telecamera posta sopra la sua abitazione, intento nell’attività di spaccio, che dunque non si limitava al solo Movicentro.

In un’altra operazione, che però riguarda alcuni degli indagati in questa vicenda sono state rinvenute inoltre quattro biciclette professionali e due monopattini elettrici del valore stimato di circa complessivi 20mila euro, ritenuti provento di ricettazione, che sono stati riconosciuti e restituiti ai legittimi proprietari (tranne i monopattini).

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