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Il motore ibrido con batterie al sodio: la sfida globale dell’idea nata a Nord Est

Sono due 26enni veneti, il fisico Andrea Berti, dottorando in Nanotecnologie all’Università di Trieste, e Andrea Miotto, esperto di marketing nel settore automotive con studi in economia e un Mba alla Bocconi.

Con la loro idea di un motore ibrido basato su batterie al sodio si sono aggiudicati la vittoria nazionale al Red Bull Basement 2024, competizione indetta da Red Bull a livello globale per premiare i progetti a maggior tasso d’innovazione e aiutarli a diventare realtà.

Hanno battuto una concorrenza di oltre 4.000 team provenienti da tutto lo Stivale e ora voleranno a Tokyo per la finalissima mondiale, dove affronteranno le squadre di 40 diversi Paesi, ciascuna con la propria idea imprenditoriale da presentare a una giuria di esperti internazionali: il vincitore avrà l’opportunità di vivere un’esperienza di tre settimane nella Silicon Valley, con mentorship personalizzate e accesso ai leader del settore tecnologico.

I due giovani innovatori hanno ideato BatterIT, un motore ibrido che combina una batteria al sodio e un motore a combustione. «L’idea è nata da una serie di chiacchierate tra amici: da un po’ di tempo ero venuto a conoscenza dell’esistenza di batterie al sale, una tecnologia che ho scoperto avere una storia di almeno 50 anni ma che è stata soppiantata dalle batterie al litio – racconta Berti –. Attualmente le batterie al sodio vengono impiegate in alcuni settori, per esempio per l’accumulo casalingo di energia, ma non sono mai state impiegate nei trasporti». Da qui l’intuizione: perché non studiare una soluzione tecnologica che consenta di utilizzare questo tipo di batterie, molto meno impattanti rispetto a quelle al litio, nel settore dei trasporti?

Berti, quali sono i pro delle batterie al sodio?

«Rispetto alle tradizionali batterie al litio, quelle al sodio utilizzano materiali economici e abbondanti come il sale, sono riciclabili, sicure e non tossiche. Questa tecnologia promette soluzioni più sostenibili e durature per la mobilità elettrificata, con ulteriori miglioramenti integrando l’intelligenza artificiale».

Perché finora le batterie al sodio sono state trascurate come soluzione nell’ambito della mobilità?

«Perché hanno un problema, che noi vorremmo risolvere con la nostra idea: devono lavorare ad alte temperature, a 250-300 gradi. Perciò l’idea di sfruttare l’integrazione in un motore ibrido: in questo modo il calore sviluppato dal motore a combustione potrebbe venire sfruttato per il funzionamento delle batterie».

Qual è la vostra idea di business per questo progetto?

«Vorremmo creare un prototipo del motore ibrido, brevettare il sistema e avviare una startup dedicata. Quindi la nostra idea è di dare il brevetto in licenza alle case automobilistiche, per la loro produzione».

Qual è l’aspetto rivoluzionario della vostra idea?

«BatterIT affronta una sfida cruciale del mercato automobilistico: la necessità di soluzioni più sicure e sostenibili. Riducendo la dipendenza da materiali rari e inquinanti, le batterie al sodio possono accelerare la transizione verso una mobilità elettrica più pulita, accessibile e rispettosa dell’ambiente».

Come vi siete preparati alla sfida di Tokyo e qual è il sogno?

«Abbiamo seguito una serie di mentorship internazionali online offerte da Red Bull e da Microsoft, che è partner del programma. E siamo stati a Milano per una serie di incontri con figure strategiche per prepararci alla finale. Vorremmo tornare da Tokyo con un bel bagaglio di esperienze e contatti, che ci consentano di dare concretezza e credibilità alla nostra idea in modo da avviare collaborazioni fruttuose con aziende produttrici di batterie e motori». —

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