In Consiglio regionale con le figlie piccole: ecco la nursery di Palazzo Ferro Fini
La sessione di bilancio a Palazzo Ferro Fini va avanti fino a notte fonda per giorni, così due consigliere hanno deciso di portare con loro le figlie piccole, di appena sette mesi e un anno. E le stanze dei bottoni diventano (anche) nursery: si fa spazio a fasciatoio e angolo per giocare, il tutto mentre in Aula si discute del provvedimento più importante dell’anno.
In queste settimane il Consiglio regionale deve approvare la Nota di aggiornamento al Defr, la legge di stabilità, il bilancio di previsione. Assessori e consiglieri rimangono impegnatissimi a Venezia per alcuni giorni, con ben poco tempo da dedicare a qualsiasi cosa che non riguardi i conti pubblici. Elisa Venturini (Forza Italia) e Alessandra Sponda (Lega) hanno quindi deciso di portare con loro le figlie piccole. E tra un emendamento e l’altro, le due consigliere cercano di trovare il tempo per salutare le bimbe, poi tornano di fretta in Aula.
Tutto il Consiglio regionale cerca di dare una mano: una stanza è stata messa a disposizione, con un fasciatoio e un frigo per le pappe. Anche la mensa aiuta, da questo punto di vista. Nel suo ufficio Sponda ha steso un tappeto con alcuni giochi e ha reso la sua scrivania a prova di bambino, coprendo gli angoli con la gommapiuma.
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E così, tra documenti ufficiali e bandiere istituzionali, la piccola fa il suo sonnellino nel passeggino. «La maratona di bilancio è impegnativa, iniziamo verso le 10.30 del mattino e finiamo a mezzanotte. La mia bambina sta facendo ora l’inserimento al nido, ma potrebbero tenerla solo fino alle 15.30. Quella della collega è ancora più piccola. Quindi le nostre famiglie e tutto il personale del Consiglio ci danno una mano e ci siamo organizzate così», racconta Sponda. Con la sua bambina c’è il papà, che ha preso qualche giorno di ferie mentre lei è in Aula a discutere e votare il bilancio.
Con Venturini c’è la sorella, che mentre la consigliera è al lavoro gioca con la bimba e la porta a passeggio a Venezia. «Io abito distante, non avrei potuto vederla per tre giorni. Così l’ho portata con me», racconta la consigliera. Prima di entrare in Aula la tiene un po’ in braccio per i corridoi del Consiglio, tanti colleghi si fermano a salutare la piccola. Che un giorno, da grande, si sentirà raccontare di quando non aveva nemmeno un anno e passava i pomeriggi tra le stanze di Palazzo Ferro Fini.