Morto a 25 anni, l’autopsia chiarirà la causa dell’incidente. I colleghi: «Si poteva salvare»
È stata fissata per questa mattina l’autopsia sul corpo di Salah Eddine Cancian, il venticinquenne rimasto vittima di un incidente stradale nella notte tra lunedì e martedì mentre al volante della propria auto stava percorrendo la Cimpello Sequals per andare al lavoro.
L’esame autoptico, che sarà effettuato dal medico legale Michela Frustaci, dovrà far luce sulle cause e sull’ora del decesso e accertare se a provocare la perdita di controllo sia stato un malore o un colpo di sonno.
L’ipotesi più accreditata, infatti, resta al momento la fuoriuscita autonoma, non ci sono elementi tali da far pensare al coinvolgimento di terzi. Quella notte il 25enne era uscito intorno alle 2.20 dalla casa di Spilimbergo, dove viveva con la madre e la sorella. Messosi alla guida aveva imboccato la strada regionale 177, all’altezza di Domanins, dove Cancian ha perso il controllo della sua Volkswagen Golf blu invadendo la corsia opposta e schiantandosi contro un albero.
La tragedia si è consumata nel silenzio delle ore notturne, prima di essere scoperta, solo alle 5, da un passante che aveva allertato immediatamente i soccorsi. In pochi minuti sulla Cimpello Sequals sono arrivati vigili del fuoco, elisoccorso, ambulanza e automedica, oltre ad una pattuglia dei carabinieri di Meduno supportati dal radiomobile di Pordenone, ma per il giovane ormai non c’era più nulla da fare.
Dallo scorso maggio aveva cominciato a collaborare con l’azienda Lattebusche occupandosi della vendita e consegna di latte e prodotti freschi nella zona di Chioggia. «Siamo sconvolti» dice Nerio Sanguin, responsabile amministrativo, «se riuscivano a vederlo prima forse si poteva ancora fare qualcosa».
Sanguin ricorda del giovane la dedizione al lavoro «che è impegnativo, si fa nelle prime ore della giornata. Abbiamo provato con molti giovani, ma non tutti erano disponibili a iniziare così presto. Non abbiamo mai ricevuto lamentele dei clienti».
La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di tutti alla Lattebusche, soprattutto in quello dello zio, che vi lavorava da anni e aveva fatto da tramite per inserire il nipote.
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