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Ruffini: «Lascio l'Agenzia delle Entrate, ma non scendo in campo»

"Non scendo in campo - dice, commentando l'ipotesi di un ruolo di 'federatore' dell'area centrista dell'opposizione - ma rivendico il diritto di parlare. Ho letto che parlare di bene comune sarebbe una scelta di campo. E che dunque dovrei tacere oppure lasciare l'incarico. È stata fatta persino una descrizione caricaturale del ruolo di Direttore dell'Agenzia, come se combattere l'evasione fosse una scelta di parte e addirittura qualcosa di cui vergognarsi".

"Non condivido - dice ancora Ruffini - il chiacchiericcio che scambia la politica per un gioco di società, le idee per etichette ed il senso civico per una scalata di potere". Si è dimesso, spiega, "perché è l'unico modo per rimanere me stesso. Io federatore? Fatico a pensare che per cambiare le cose bastino i singoli. Per natura tendo più a credere nella forza delle persone che collaborano per un progetto comune. Affidarsi a sedicenti salvatori della Patria non è un buon affare".

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