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Studenti in protesta per le borse di studio: «Così molti tra noi dovranno lasciare»

PAVIA. Più di 1.200 universitari ancora senza borsa di studio perché i fondi non bastano. E scatta la protesta: un centinaio di studenti e studentesse si sono riuniti al rettorato per difendere il proprio diritto allo studio. «Quasi il cinque per cento della comunità universitaria rischia di dover abbandonare gli studi, perché senza borsa non può sostenersi: anche quest’anno si è creata una situazione classista, dove studiare è un lusso per chi se lo può permettere, mentre 1.200 persone non hanno ancora ricevuto l’assegno». Lo dice Alessandro Miceli di Udu, l’unione degli universitari che ha organizzato il presidio di ieri: hanno partecipato molti iscritti internazionali, che contano sull’assegno per affrontare le spese di una vita in un altro Stato: popolazione sulla quale l’ateneo conta molto, visto che la competizione tra università si gioca anche sulla capacità di attrarre studenti in arrivo da altri Paesi.

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Mancano 6.5 milioni

Circa 3mila (3.067) gli universitari di Pavia che hanno diritto alla borsa di studio per coprire le spese di vitto, alloggio e studio: 1.849 hanno già ricevuto l’assegno (in certi casi con ritardo) ma per 1.218 si staglia all’orizzonte lo spettro dell’idoneo non beneficiario: iscritti che hanno diritto alla borsa di studio ma che non l’hanno ancora ricevuta per mancanza di risorse. Il fabbisogno stimato per coprire tutte le borse ammonta a 17milioni di euro, ma da Stato e Regione sono arrivati solo 10.5 milioni: mancano 6.5 milioni.

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Una situazione simile era già capitata l’hanno scorso e, per assicurare le borse a tutti, l’ateneo aveva messo sul piatto altri tre milioni di euro. «È difficile pensare che l’ateneo riuscirà a coprire 6.5 milioni di buco – prosegue Miceli – nel frattempo, gli studenti universitari fanno sempre più fatica: c’è chi sta pensando di abbandonare gli studi e diversi iscritti internazionali stanno sconsigliando ai loro amici il trasferimento in Italia». Nel frattempo gli studenti portano in piazza la loro voce: «Senza borsa è un’ansia continua» dice Sonia, 19 anni, arrivata da Lecce per frequentare Medicina, uno dei corsi di punta dell’ateneo. «Sto imponendo alla mia famiglia grandi sacrifici per farmi studiare».

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