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Bancomat nel mirino, tentativo a Vische

Vische

Dopo Strambino e San Giusto, è toccato a Vische. La banda della marmotta ha tentato un altro colpo in Canavese, nella notte tra il 23 e il 24 aprile, più o meno tra le 3 e le 3.30.

Lo scenario è quello della Banca d’Alba in via Marconi. I malviventi hanno provato a posizionare una piastra metallica sullo sportello del bancomat. Dentro la piastra, c’era un innesco per farlo esplodere ma non sono riusciti ad attivarlo perché nel frattempo si è attivato l’allarme e sono dovuti fuggire. Per posizionare la piastra, però, il bancomat è stato distrutto. Sul posto sono subito accorsi i carabinieri della stazione di Caluso, che indagano sulla vicenda. Con loro, gli artificieri della polizia di Stato che erano di turno, per disinnescare il pericoloso ordigno ancora in funzione.

Gli altri due colpi nella notte tra sabato 13 e domenica 14 ai Postamat, avevano fruttato circa 70mila euro. Il primo, in realtà, è quello che ha fatto la differenza. A Strambino, nella centrale via Primo maggio un boato ha sventrato l’apparecchio: il macchiatore di banconote che si trova all’interno dei cassetti non ha funzionato e i malviventi sono fuggiti con un bottino di circa 70mila euro. La banda, sembra a bordo di un’auto di potente cilindrata, avrebbe impiegato 20 minuti per raggiungere il Postamat della centrale via XXV Luglio a San Giusto Canavese, che poi è stato fatto saltare con la medesima tecnica. In questo caso però i malviventi sono fuggiti a mani vuote, perché il sistema che macchia le banconote ha funzionato.

In entrambi gli episodi si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Ivrea e di Castellamonte che hanno provveduto a mettere in sicurezza gli edifici.

Si tratta forse degli stessi che a gennaio dello scorso anno avevano agito ai danni dello sportello bancomat della Banca di credito cooperativo d’Alba e del Canavese, situata nella frazione Tonengo di Mazzè, in via Garibaldi. Quella volta il colpo era fallito: la carica esplosiva utilizzata non era abbastanza potente; il blocco in acciaio che conteneva il denaro non si era aperto, mentre la struttura in vetro e muratura era andata distrutta.

Ad agire secondo le prime indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Chivasso, che indagherà anche sulla vicenda di Vische, era stata una banda di quattro malviventi a bordo di un’auto scura di grossa cilindrata, inquadrata dalle telecamere del circuito di videosorveglianza. Potrebbe essere la stessa che ha nuovamente colpito in Canavese. Certo è che si tratta di una banda di professionisti, abile sia nell’agire che nella fuga.

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