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Medico circuito durante il ricovero a Villa Napoleon. Badante a processo

Circuì un medico, ricoverato per un breve periodo in una struttura psichiatrica, alleggerendogli il conto corrente di 15.000 euro. Come? Approfittando della disponibilità della tessera bancomat che lui, in fiducia, le aveva dato. Ora, per una quarantenne dell’Est Europa, è arrivato il rinvio a giudizio per circonvenzione d’incapace.

Un esito non scontato visto che la procura aveva chiesto inizialmente chiesto l’archiviazione del caso, contestando ala donna il reato di truffa. Ma il giudice delle indagini preliminari Cristian Vettoruzzo aveva disposto nuove indagini sul caso che hanno poi portato la procura a cambiare il reato contestato: da truffa a circonvenzione d’incapace.

La vicenda risale al 2020 quando il medico, un cinquantenne bellunese, afflitto da una forte depressione dovuta a un trauma che lo aveva menomato fisicamente, è costretto al ricovero nella struttura psichiatrica di Park Villa Napoleon sul Terraglio (che nella vicenda non ha alcuna responsabilità, ndr). Da una ditta di servizi esterni di Castelfranco, i familiari affiancano al medico un’infermiera dell’Est di poco meno di dieci anni più giovane di lui. Che dopo neanche una settimana dice di amarlo, ricambiata.

Il medico, infatti, in fiducia le affida la tessera bancomat con relativo codice Pin. L’infermiera dice infatti di essere sola con figli da sfamare e l’ex marito che non le versa un centesimo per gli alimenti. Tanto da tentare anche la carta del proposito del suicidio per impietosire il medico. Così, in due mesi la donna alleggerisce il conto del medico con la scusa della necessità di mantenere i figli o per pagare le bollette di casa. Basti pensare che tra il 19 e il 26 marzo 2020, l’infermiera dell’Est compie un prelievo al giorno da 500 euro e così dal 1° al 5 aprile e dal 23 aprile al 2 maggio per un totale di quasi 10mila euro.

Il tutto con l’avvallo del medico, imbottito di farmaci, che gli facevano perdere la lucidità. La donna, tra giugno e settembre, poi, di punto in bianco se ne torna nel suo paese d’origine, alla faccia dell’amore manifestato nei confronti del medico bellunese. Così, quando a settembre del 2020 ritorna, il medico le dice chiaramente di starsene lontano da lui e questa, comunque, riesce a spillargli altri soldi (oltre 5.000 euro), probabilmente grazie alla clonazione della carta bancomat. Alla fine, il medico, con un conto alleggerito di oltre 15.000 euro, decide di presentare un esposto in procura, attraverso gli avvocati Valentina Gatti e Gaia Franchin, che innesca l’inchiesta.

Da parte sua, l’infermiera (difesa dall’avvocato Paolo Salandin) sostiene che quello nei confronti del medico bellunese fu vero amore e non certamente una truffa. La prima udienza del processo è stata fissata per il 7 gennaio 2025.

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