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Ivrea: Movicentro, rissa e bivacco notturno e con lo Zac chiuso arrivano i teppisti

/ IVREA

Il Movicentro continua ad essere una dolorosa spina nel fianco della città. Lo è da anni. E tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno provato a risolverlo con diverse ricette. Ma degrado, sporcizia e financo spaccio, teppismo e violenza continuano ad imperare.

L’ultimo episodio, in ordine di tempo, ieri mattina, martedì 20 agosto, una rissa sulla quale sta indagando la polizia del Commissariato di Ivrea. Ed è sempre di ieri mattina un’altra eloquente immagine che fotografa una situazione che ferisce una città come Ivrea che accoglie migliaia e migliaia di turisti all’anno. Basti solo pensare alle presenze durante lo Storico carnevale.

Una delle aree che l’amministrazione faticosamente ed ingegnosamente sta tentando di restituire alla città, quella che spazia dai locali dello Zac e della biglietteria sino all’enorme piazzale dei bus, ha offerto un triste spettacolo: è stata usata per una sorta di rave party improvvisato nella notte.

E al mattino lo spettacolo del bivacco era indecoroso con avanzi di cibo, decine e decine di bottiglie integre e frantumate, rifiuti ovunque. Tutto filmato e documentato in un video postato sui social.

Per renderla gradevole e attrattiva si erano sfidati venti architetti da tutta Italia per costruire il “Fuoricentro”, un’area relax per i pendolari e gli studenti in stazione mentre il sindaco Chiantore aveva elogiato lo Zac che «non chiede, ma porta soluzioni». Peccato che vandali e teppisti riescano sempre e comunque a rovinare tutto. Spesso impuniti.

E mentre sulla rissa le indagini proseguono per capire chi era l’uomo ferito e sanguinante visto da decine di persone allontanarsi diretto verso piazza Lamarmora dopo essere stato aggredito all’arrivo di un treno, il bivacco organizzato approfittando della chiusura serale dello Zac finirà nel dimenticatoio.

L’idea di «una zona in cui le persone abbiano voglia di aspettare l’autobus, non solo di prenderlo e andare via il prima possibile» era bellissima. Un sogno. Ma il risveglio è stato ben diverso. Le parole di Enrica Perotti, architetta di Kiez agency che ha coordinato il laboratorio di auto costruzione della nuova area relax esterna al Movicentro, promosso dalla cooperativa Zac attraverso una raccolta fondi erano bellissime e, forse, dettate da un ingenuo entusiasmo. Volevano quasi essere il traino ideologico che lo Zac, mettendoci idee e risorse, continua a rappresentare in quella che però episodio dopo episodio appare una battaglia persa.

«I membri della cooperativa - era stato scritto - che avrebbero potuto occuparsi esclusivamente delle proprie attività, hanno invece iniziato a ragionare su come avrebbero potuto migliorare quella situazione». Ed il sindaco Matteo Chiantore, durante l’inaugurazione dell’area relax aveva centrato meglio di tutti la questione: «Questo spazio - ha spiegato il primo cittadino - sembrava destinato al degrado e all’abbandono solo fino a qualche anno fa. Io ringrazio la cooperativa Zac perché in tutto quello che fanno, non solo non vengono mai a chiedere qualcosa, ma portano delle soluzioni».

Soluzioni pratiche, appunto, come costruire delle panchine invece che lamentare la loro assenza. E allo stesso tempo che portano bellezza e movimento di idee all’interno della città. Poi c’è l’altra faccia della medaglia raccontata dal consigliere di opposizione Massimiliano De Stefano, testimone oculare della rissa di ieri mattina.

«Sembra che io mi concentri sul Movicentro, quando è l'esatto contrario - dice De Stefano - Lo Zac è un progetto nobile che sostengo materialmente ma è alla stazione e zone limitrofe che si concentrano episodi che mettono a dura prova la tolleranza e tutti i nostri buoni propositi, nei confronti di chi dev'essere educato al senso civico, al rispetto dei beni e i servizi di cui godono. Non è più tollerabil , anzi, l'inciviltà non è mai tollerabile. Io non mollo fino a quando non verrà data l'importanza che merita, fino a quando non verrà riconosciuto il problema e fino a quando non verrà attuato un progetto serio per l'incolumità delle persone e la salvaguardia dei beni. Siamo stanchi del degrado e della inciviltà. Alle ore 12:30 ho preso il taxi per andare al parcheggio del Movicentro a prendere l'auto e sapete perché? Perché non si poteva attraversare il sovrappasso. Era in corso una rissa dove un giovane aveva il viso ricoperto di sangue. I presenti: autista Vita, il taxista, il sottoscritto e mia moglie oltre ad alcuni viaggiatori. Una scena a cui nessuno vorrebbe assistere».

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