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L’arrampicata sugli specchi del Tg1 per smentire la censura di Pasini

La replica del Tg1 all’accusa di censura mossa dal fisico del clima Antonello Pasini è destinata a provocare ancor più polemiche. La testata, infatti, ha utilizzato la sua pagina Facebook nel tentativo di smontare le accuse, sostenendo che quanto accaduto nel corso dell’edizione delle 13.30 del 28 agosto, sia frutto di una decisione presa (un taglio di pochi secondi dell’intervista) per motivi redazionali: il servizio, a detta della testata giornalistica, sarebbe durato troppo. Una versione poco convincente, soprattutto perché si tratta di un “taglio” di sette parole relative al cambiamento climatico.

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Tutto è accaduto nel corso dell’edizione del Tg1 delle 13.30 di mercoledì 28 agosto. Nel servizio di apertura, si parlava degli eventi atmosferici che hanno provocato frane e smottamenti in Campania. Mentre scorrevano le immagini della devastazione, verso la fine del servizio si sente la voce di Antonello Pasini che fornisce una spiegazione tecnica di quel che sta accadendo a livello meteorologico. Ed è lì che è avvenuto il taglio della frase (brevissima) incriminata: «Impronta digitale del cambiamento climatico nel Mediterraneo». Parole che sono state pronunciate per la durata di circa 2 secondi.

Antonello Pasini e la risposta del Tg1 sulla “censura”

Perché abbiamo voluto inserire questo riferimento cronometrico? Perché il post Facebook pubblicato dal Tg1 per cercare di smentire questa censura, fa riferimento proprio alla durata del servizio.

In particolare, ci concentriamo su questo passaggio: «I giornalisti del Tg1 […] lo hanno immediatamente chiamato rassicurandolo sul fatto che nessuno lo aveva voluto imbavagliare e che si erano scelte alcune sue frasi di un discorso più ampio per un servizio che durava poco più di un minuto e teneva dentro cronache su zone dell’Irpinia colpite duramente dal maltempo e testimonianze toccanti di cittadini di paesi travolti dal fango, nonché sui danni del maltempo nel resto d’Italia ed altre notizie che via via si susseguivano».

Il servizio, come spiegato dal Tg del principale canale della televisione pubblica, durava poco più di un minuto e quei due secondi in più “tagliati” non avrebbero inficiato sulla durata totale dell’edizione del telegiornale. Lo stesso Tg che, in chiusura, ha dedicato oltre 1 minuto e 15 secondi a celebrare il passaggio di alcuni canali al nuovo digitale terrestre. Oppure, il minuto dedicato al concerto di Umberto Tozzi a l’Aquila. Insomma, nel servizio di apertura si potevano regalare due secondi in più a un esperto, senza tagliare una frase che, guarda caso, faceva riferimento al “cambiamento climatico” che – troppo spesso – è un concetto inviso alla maggioranza di governo.

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