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Musica nei locali non oltre le 22: baristi e Comune cercano l’accordo

PAVIA. Musica spenta nei locali entro le ore 22. Parrebbe questo l’indirizzo della giunta, che al momento si limita a una “spinta gentile” incentivando i locali ad anticipare l’accensione delle casse o l’organizzazione di piccoli eventi. È la proposta sul tavolo del neonato Osservatorio sulla vita notturna che giovedì – e per la prima volta – ha messo a confronto i gestori dei locali, comitati per il diritto al riposo, Ascom (associazione commercianti) e Comune, dai responsabili degli uffici tecnici agli assessori Rodolfo Faldini (Facciamo centro), Alice Moggi (Pavia a colori, vicesindaca) e Lorenzo Goppa (Movimento 5 stelle).

L’incontro si è concentrato sulla musica di notte, dai regolamenti agli eventi autorizzati, fino ai decibel in eccesso che in certe zone disturbano il sonno: «Si può pensare a una semplificazione delle regole che sia un incentivo per quei locali che organizzano piccoli eventi a partire dall’orario aperitivo, magari dalle 19, e che finiscano entro le 22» ha detto Faldini, assessore al Commercio e Polizia locale.

«Regole chiare»

Nei fatti, un tentativo di portare indietro le lancette della movida, coniugando il diritto al riposo con le necessità imprenditoriali dei gestori. «Sia chiaro: noi non vogliamo spegnere Pavia e anzi, crediamo che una città viva sia anche più sicura, ma serve un punto di mediazione», ha affermato l’assessora alla Mobilità e vicesindaca Moggi. Quello di giovedì è stato il primo di una serie di incontri (il prossimo si terrà dopo la festa del Ticino) per risolvere i nodi della vita notturna senza farne argomento di scontro tra gestori, residenti e amministrazione com’è accaduto in occasioni passate. La strada è ancora lunga, ma tra le altre cose c’è l’intenzione è mettere mano anche all’ordinanza firmata nel 2015 dall’ex sindaco Massimo Depaoli, che contiene regole e sanzioni per i locali che vogliono offrire anche musica, tra le prime criticità sollevate dalla rappresentanza di cittadini seduta al tavolo.

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«L’osservatorio sarà il luogo dove raccogliere pareri, istanze e suggerimenti per effettuare una revisione dell’ordinanza – prosegue Faldini – un luogo dove condividere le informazioni». La richiesta di regole chiare è arrivata sia dai commercianti che dagli uffici comunali, che devono applicarle senza dar adito a interpretazioni. «Molto spesso non si conosce il perimetro entro cui è lecito muoversi» afferma Salvatore Gulino, contitolare del Sottovento e rappresentante dei locali di via Volturno, Rusconi, Strada Nuova, Siro Comi e vie limitrofe.

I gestori sono stati rappresentati anche da Elena Sacco del Portichetto, portavoce dei colleghi che lavorano in piazza della Vittoria, Duomo e aree confinanti. «Senza limiti chiari, è anche difficile andare a colpire chi se ne frega delle regole, penalizzando anche chi lavora in modo virtuoso». Richiesta analoga è arrivata anche dai responsabili comunali convocati a fare il punto della situazione: «Non c’è al momento un regolamento sulle regole all’impatto acustico, solo linee di indirizzo che hanno creato confusione tra i commercianti che le richiedono – ha affermato Annamaria Zuffi del settore Ambiente – con la conseguenza che siamo carichi di proteste tanto dei cittadini quanto dei commercianti inoltre non abbiamo un tecnico specializzato in acustica, per cui ci avvaliamo delle rilevazioni di Arpa».

«C’è la volontà di cambiare»

La prima riunione (di fatto conoscitiva) ha incassato il favore dei rappresentanti dei comitati contro la malamovida: «Dopo tanto tempo, sembra ci sia la volontà di trovare un punto di equilibrio comune sulle regole da rispettare» afferma Nori Dainotti, portavoce dei cittadini insieme a Paolo Fornelli e Luca Diamanti. «Abbiamo ascoltato diverse proposte valide, solleciteremo un nuovo in contro dopo la festa del Ticino».

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