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Francesco Cancellato: «Solo l’inchiesta può svelare certe verità»

«Credo che l’inchiesta sulla gioventù meloniana sia un esempio di buon giornalismo: abbiamo dimostrato che il giornalismo d’inchiesta, quello che va a colpire i poteri forti, in Italia si può fare. E che con questo strumento si può provare a produrre un cambiamento nella società e nella politica».

A parlare è Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, il giornale online finito nelle bocche di tutti in questa calda estate per la sua video-inchiesta sul movimento giovanile di Fratelli D’Italia, che ha scoperchiato un vaso di pandora a base di insulti antisemiti, saluti romani, inni a Mussolini e a Hitler. Insomma, tutto quel sottobosco di pulsioni antidemocratiche e nostalgie fasciste che erano state scientemente allontanate dal favore delle telecamere dopo l’ascesa al governo del partito di Meloni. L’inchiesta è stata vista da più di 15 milioni di persone e ha causato un vero e proprio terremoto politico.

Cancellato sarà ospite di Link Media Festival, dove parteciperà a due panel: uno riservato ai giovani del progetto Academy, in cui parlerà appunto delle inchieste di Fanpage, e uno legato al suo ultimo libro “Nel continente nero, la destra alla conquista dell’Europa” (Rizzoli, 2024), in cui discuterà dell’ascesa della destra in Europa insieme a Giovanna Botteri, Mauro Mazza e Alberto Bollis.

Che cosa vi ha spinto a realizzare la video-inchiesta sulle “gioventù meloniana”?

«Con Lobby nera avevamo notato come il cordone sanitario che dovrebbe separare le destre più estreme dalle destre liberali non fosse ben definito. Con quest’inchiesta siamo entrati nei movimenti giovanili di FdI, perché l’impressione era che fossero i più permeabili a pratiche e posture neofasciste e neonaziste. Abbiamo verificato che è così. E che si tratta di episodi sistemici, in molti casi noti e tollerati dai vertici di partito».

Siete stati molto criticati per il metodo usato. Quando a tuo parere il giornalismo sotto copertura è fondamentale per produrre inchieste di qualità?

«In alcuni casi il giornalismo sotto copertura, praticato in Italia per esempio da Fabrizio Gatti, è l’unico metodo per mostrare ciò che si vorrebbe tenere nascosto. Ai ragazzi della gioventù meloniana è stato senz’altro detto di evitare certe pose e dichiarazioni davanti ai giornalisti, perciò per poterle mostrare dovevamo entrare in quel contesto senza qualificarci».

Nel tuo libro parli della “conquista dell’Europa da parte della destra”. Quali fattori credi abbiano contribuito di più alla crescita della destra in Europa?

«Credo che l’insicurezza sperimentata dopo le ultime crisi economiche, la pandemia, le guerre, gli imponenti flussi migratori abbia aumentato la sensazione di paura delle persone. E la paura porta alla ricerca di certezze nel passato, che dà linfa alle forze politiche conservatrici.

Chi è attualmente il leader più carismatico della destra europea?

«Ritengo che Victor Orban sia il vero ideologo della destra in Europa. Perché anche se ha qualche difficoltà all’interno dell’Ungheria, compensa con la sua grande capacità di tessere relazioni internazionali: è amico di Putin e di Xi Jinping e molto vicino a Trump». —

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