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Nuova piscina terapeutica a Trieste, le associazioni: «Ora garantire le risorse»

A cinque anni dal crollo del tetto della piscina terapeutica, avvenuto il 29 luglio 2019, il sindaco Roberto Dipiazza archivia l’ipotesi del project financing e punta a ricostruire l’Acquamarina con «finanze completamente pubbliche». «La terapeutica – dice il sindaco – sorgerà al posto di quella abbattuta: andremo a gara nel 2025».

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Iter ancora lungo

Prima che parta il cantiere in Sacchetta ci vorrà comunque del tempo, considerando che l’iter è ancora in fase di studio di fattibilità, e che il Documento di indirizzo di progettazione (Dip) redatto dall’ingegner Enrico Beltrame della Serteco Srl prevede lavori – economicamente – importanti, sintesi di mesi di confronti con l’utenza per integrarne le necessità nel documento, in particolare la «piena accessibilità anche alle disabilità intellettivo-relazionali e alle persone con decadimento cognitivo».

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«Siamo lieti di apprendere che ci sia l’intenzione a sostenere la realizzazione della nuova Acquamarina esattamente come l’abbiamo richiesta e definita nelle linee guida presentate al Comune ad agosto 2022 e condivise con il progettista», commenta la portavoce del “Coordinamento per la nuova terapeutica” Federica Verin, ricordando come «quel 29 luglio di cinque anni fa restavamo orfani dell’unico impianto termale talassoterapico della provincia: una grave perdita per l’intera comunità».

Incognite progettuali

Dopo cinque anni di attesa, dunque, oggi c’è un «primo segnale forte», ma restano alcune incognite progettuali. Ad esempio, basteranno le risorse disponibili a far rinascere l’Acquamarina, esattamente per come la vuole l’utenza?

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Il Comune al momento ha a disposizione circa 10 milioni di euro – oltre ai 5 già stanziati, altri 5 sono arrivati con l’ultimo assestamento regionale – quindi tutto dipenderà dal piano esecutivo e da quanti altri fondi verranno di conseguenza destinati all’opera. «I numeri stanziati al momento – precisa Verin – potrebbero non garantire la realizzazione della nuova struttura nella sua interezza: attendiamo il prossimo bilancio di previsione degli enti coinvolti, per vedere ulteriori stanziamenti». A tal proposito il sindaco Dipiazza assicura che «metteremo altri 4 milioni».

L’auspicio di tariffe popolari

L’utenza, intanto, continua ad aspettare, e sperare che la terapeutica possa essere ricostruita al più presto. L’auspicio del Coordinamento è che, dopo il primo eventuale bando pubblico per l’edificazione, il successivo – e separato – appalto per la gestione possa anzitutto garantire quelle tariffe popolari che per anni avevano reso l’Acquamarina una piscina davvero accessibile. Tariffe che invece sarebbero state «impossibili da applicare in caso di project financing, vista – osserva Verin – l’insostenibilità stessa del piano finanziario a stare in piedi senza un costo del biglietto importante».

Proprio la sostenibilità economica della nuova terapeutica è uno dei punti che il Coordinamento chiede di avere a cuore, così come di garantire alla comunità un «impianto di qualità», evitando «manutenzioni straordinarie non programmate che – continua la referente – minerebbero la puntuale funzionalità della struttura, aspetto che speriamo sia adeguatamente considerato nei termini dell’appalto».

«La scelta della gara tradizionale comunque ci conforta», conclude Verin, senza però nascondere i timori che un bando pubblico possa «allungare inevitabilmente i tempi per la realizzazione della nuova Acquamarina, come dice la stessa Anac, portando a un’inaugurazione che si avvicina verosimilmente al 2030». L’utenza ha già atteso troppo tempo

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