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Nicola Davies al Congresso Ibby: «Con i libri i bambini imparano a capire la realtà del mondo»

TRIESTE. Lei è una star della letteratura per l’infanzia. Con alle spalle una lunga carriera da zoologa, Nicola Davies è tra le autrici più amate dai bambini. La scrittrice inglese sarà a Trieste in occasione del Congresso Ibby-International Board on Books for young people. Bastino alcuni suoi titoli, “Verde. Il mondo segreto delle piante”, “Una balena tra le stelle” o la riedizione di “La cacca. Storia naturale dell’innominabile”, un vero best seller del genere che festeggia vent’anni, tutti pubblicati da Editoriale Scienza. Il suo messaggio è chiaro: far recuperare ai bimbi una dimensione più autentica con il mondo. Due gli appuntamenti: oggi alla Libreria Lovat (ore 11) l’autrice incontrerà i suoi lettori, mentre nel pomeriggio (ore 15.30) parteciperà alla tavola rotonda “Divulgare la scienza” con Peter Castelletto, Dario Gasparo e Sara Segantin, coordinati da Elisabetta Lippolis, incontro previsto al Centro Congressi.

Nicola Davies, cosa vogliono leggere oggi i bambini?

«Gli editori cercano sempre di prevedere cosa vorranno acquistare i lettori. Ma è impossibile prevederlo perché il prossimo grande successo non sarà come l'ultimo, sarà diverso, inedito. Questo è il motore dei libri e della creatività, il loro potere sta nella loro originalità. Il mio lavoro come autore è creare qualcosa di nuovo usando un linguaggio accessibile ai bambini ma non solo, voglio che trasmetta informazioni o una storia emozionante. Nei libri i bambini hanno bisogno di vedere se stessi e il mix etnico in cui vivono. Il compito degli editori dovrebbe essere quello di facilitare la produzione di una grande varietà di libri, ideati da una varietà di autori e illustratori».

La rivoluzione della letteratura per l'infanzia, iniziata alla fine degli anni '80, ha condotto i bimbi a un rapporto più frontale con la realtà grazie anche a contenuti più audaci. Qual è il suo obiettivo?

«Penso che il rapporto dei bambini con la realtà non sia semplice, anzi. Credo sia estremamente complicato, a causa delle numerose informazione a loro disposizione: fake news, miti, opinioni. C'è una crisi nella salute mentale dei bambini a causa dell'influenza degli smartphone. Gli adulti stanno iniziando a rendersi conto di quanto sia disastroso. Riportare i bambini ai libri invece ripristina un rapporto più sano con la realtà, più affidabile per comprendere il mondo reale rispetto ai siti non verificati o controllati su Internet. La narrativa per bambini è un modo per esplorare le loro identità rispetto a quattro ore al giorno su TikTok. Il mio obiettivo è quello di mantenere viva la curiosità dei bimbi, di nutrirli con storie sul mondo che li spingano a esplorare, a ricoprire il loro ruolo di cittadini e custodi del pianeta».

Lei scrive anche romanzi per gli adulti. In che ambito si diverte di più?

«In realtà la meta di tutte le cose che scrivo è lo stessa. Il mio messaggio di base è che la natura è importante, noi ne facciamo parte ed è tempo che ci prestiamo attenzione. Vorrei far arrivare questo pensiero a quante più persone possibile, ma le persone sono diverse, quindi devo farlo in modi diversi».

Ha lavorato a lungo come zoologa. Quale aspetto del suo lavoro di scienziata ha influenzato di più la sua scrittura?

«Stare con gli animali allo stato brado, nel loro ambiente. Gli animali sono individui, sono più complessi di quanto gli umani comprendano. E si adattano al loro posto nel mondo in modo così adeguato, un modo che gli umani hanno perso. Abbiamo smarrito il contatto con il nostro sé selvaggio, con tutti i fili che ci collegano a tutte le altre forme di vita sulla terra. Questa connessione era un legame che i popoli indigeni vivevano in ogni momento della loro vita, più dura della nostra, ma anche più ricca e significativa. Attraverso il mio lavoro cerco di ricollegare i miei lettori alla dimensione selvaggia».

Secondo lei qual è la peculiarità più evidente delle nuove generazioni?

«Fortunatamente i bambini sono bambini. Hanno la meravigliosa capacità di concentrarsi sul momento. Giocano, sono rumorosi, sono curiosi, duri e vulnerabili e a volte riescono a vedere il mondo in modo straordinario. Non credo che questo sia cambiato. Ciò che è cambiato è che il mondo ora li assilla continuamente. C'è un netto aumento di ansia per le guerre, per il cambiamento climatico. È nostro compito aiutarli con spiegazione oneste su ciò che sta succedendo. Inoltre penso che dovremmo incoraggiare i bambini ad agire per conto proprio, a parlare di ciò che vedono accadere nel mondo e di come gli adulti non riescano a risolverlo. La rabbia è una risposta più sana dell'ansia e forse dovrebbe essere incoraggiata».

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