Il piano pavese per salvare il serpentario, rapace delle savane a rischio estinzione
Minacciato dai bracconieri, che lo predano per alimentare i loro traffici illegali (se ne ricavano pozioni per la magia nera e la stregoneria, pratiche ancora largamente diffuse tra le popolazioni indigene; esemplari vivi sono destinati a collezionisti e zoo privati, per nave e aereo), il serpentario lotta per la sopravvivenza nelle praterie e nelle savane dell’Africa sub-sahariana che rappresentano da sempre il suo habitat naturale. Da oltre un anno, questo grande rapace, dal portamento elegante e dai colori sgargianti, non è più solo, ma al centro di un progetto partito da Pavia che punta a preservarlo dal rischio dell’estinzione, a cui lo espongono anche i mutamenti climatici e la progressiva antropizzazione. A promuoverlo, Federico Romani, ornitologo del Dipartimento di Scienze naturali dell’Università, allievo del compianto professor Pavan, e la moglie Elena Ramella Levis, presidente dell’associazione «Eurafrica conservation project», partner dell’iniziativa insieme alla Fondazione società zoologica La Torbiera di Agrate Conturbia.
Un tassello importante
«Il nostro lavoro è cominciato nel gennaio 2023 ad Arusha, in Tanzania – spiega Romani – La finalità principale è ottenere informazioni dettagliate su demografica, ecologia e genetica del serpentario, utili a definire le linee guida dei programmi di monitoraggio della specie e le azioni da mettere in atto per la sua conservazione». Con l’aiuto prezioso di guide e operatori locali, che conoscono alla perfezione il territorio (la Tanzania al momento è relativamente tranquilla; meno il vicino Kenya), l’èquipe pavese si sta muovendo tra i grandi parchi tanzaniani Serengheti e Ngoro Ngoro. Il progetto «Northern Tanzania Secretary bird» è a lungo termine, anche se non c’è troppo tempo da perdere: il serpentario, rapace relativamente poco conosciuto da noi europei (a differenza degli avvoltoi e di altri animali tipici delle savane), deve fronteggiare più nemici che ne mettono a repentaglio la sopravvivenza: è stato inserito, infatti, nella lista rossa delle specie a rischio. Eppure, si tratta di un tassello importante per l’equilibrio dell’ecosistema, essendo, tra l’altro, un divoratore di locuste (gli insetti tra le dieci plaghe bibliche d’Egitto) e di piccoli roditori. Vive e caccia in coppia, in ambiti che possono raggiungere i 50 km quadrati; è presente anche in Sudafrica.
Gli esperti
Romani, classe 1981, si è laureato in Scienze naturali a Pavia col massimo dei voti; opera in Africa dal 2016. Ramella (1993) è laureata in Biologia a Pavia col massimo dei voti e diplomata al Conservatorio di Santa Cecilia; col marito ha pubblicato vari saggi di tema scientifico e naturalistico. —