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Tassa di soggiorno a Pavia, i bed and breakfast: «È accettabile». Il senatore Centinaio attacca

PAVIA. Se la decisione di introdurre la tassa di soggiorno non convince il vicepresidente leghista del Senato Gian Marco Centinaio, che è stato direttore commerciale di un grande tour operator, alcuni dei proprietari dei circa 250 bed and breakfast presenti in città parlano di «scelta comprensibile», ma chiedono all’amministrazione comunale di «indirizzare le risorse incassate in servizi e opere che rendano Pavia più accessibile e fruibile».

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La tassa di soggiorno, avevano avvertito gli assessori al Bilancio, Matteo Pezza, e al Turismo, Angela Gregorini, verrà applicata a partire dal primo luglio del 2025, come già accade nei principali capoluoghi e città d’arte lombarde, e riguarderà le strutture ricettive, come alberghi (in tutto 3) e bed & breakfast (250). L’importo, ancora da definire, varierà tra i 2 e i 5 euro a persona, a carico di chi pernotta in strutture ricettive. Gli assessori hanno già incontrato le associazioni di categoria, spiegando che saranno previste deroghe per i parenti dei pazienti ricoverati in strutture ospedaliere oppure per gli studenti nei giorni in cui dovranno sostenere un esame.

Il no di Centinaio

«Sono assolutamente contrario – sostiene il senatore Centinaio -. Se ne parlò nel 2010, quando ero assessore al Turismo, e le associazioni di categoria furono fortemente contrarie. Da allora non se ne fece più nulla perché significa disincentivare gli arrivi in una città che ancora non è una realtà capace di attrarre turismo di massa. Viene infatti applicata in Comuni dove esiste un livello di turismo talmente alto che i contributi consentono di migliorare ulteriormente i servizi offerti agli stessi turisti. Nel caso di Pavia significa tassare per fare cose che non servono ai visitatori». Per il vicepresidente del Senato «è necessario che l’amministrazione abbia il coraggio di dire che la tassa serve per garantire nuove entrate». «Si tratta di una cifra significativa per le casse comunali – sottolinea Centinaio -. A livello nazionale si sta pensando di modificare la tassa di soggiorno trasformandola in tassa di scopo: il Comune può applicarla e spenderla solo in alcuni capitoli di bilancio». L’assessore Pezza aveva già anticipato che le risorse sarebbero state indirizzate alla promozione turistica.

B&b possibilisti

«La tassa di soggiorno è in vigore in molte realtà turistiche, comprendiamo quindi la decisione di introdurla – dice Paolo Ceriani, uno dei titolari dei B&B Le stanze del Cardinale e Arnaboldi Palace -. Però l’auspicio degli operatori è che il gettito venga utilizzato per rendere la città più accessibile e fruibile, di quanto lo sia oggi, anche per i turisti. Esiste ad esempio la necessità di garantire parcheggi sicuri e funzionali, agevolare l’accessibilità al centro storico dove peraltro non si dovrebbero subire i disagi legati agli eccessi della malamovida. Perché anche questo serve per rendere Pavia più accogliente e vivibile sia per i turisti che per i residenti».

Le guide turistiche: «Pochi euro a notte, ma servono più servizi»

Le guide turistiche non si stupiscono dell’introduzione della tassa di soggiorno che ormai, spiegano, è applicata in molte città, e non solo in località di mare o di montagna e nelle grandi città d’arte. Ma anche in realtà più piccole.

«La nostra città verrà equiparata ad altri centri lombardi, come Cremona, Mantova, Varese e Lodi – spiega Stefania Greggio, della Cooperativa Dedalo e coordinatrice del Tourist Infopoint di Pavia -. Gli operatori turistici, quando ci chiedono informazioni, restano meravigliati del fatto che qui non solo non sia in vigore, ma anche che non venga fatto pagare ai pullman il ticket di ingresso, come invece avviene altrove. Peraltro i bus hanno a disposizione il parcheggio di via Indipendenza che è completamente gratuito. Non penso che una tassa di pochi euro al giorno faccia la differenza per chi sceglie di pernottare a Pavia. Risorse che invece potrebbero essere utilizzate dal Comune per implementare gli apparati informativi». In città, secondo l’ente comunale, si contano 3 alberghi e 250 B&B. «Il numero dei bed & breakfast continua ad aumentare ed è su queste strutture ricettive che cade la scelta di chi decide di dormire in città – fa sapere Greggio -. Però la maggior parte dei turisti non si ferma a dormire». «Ci si allinea a quanto accade in altre località. Non vedo i motivi per cui non si debba introdurre anche a Pavia la tassa di soggiorno - sostiene Pierluigi Boggeri, guida turistica autorizzata -. Ma è fondamentale che le risorse vengano impiegate nel migliorare i servizi offerti, a vantaggio non solo del turista, ma anche del cittadino». —

Le altre città

Con l’introduzione della tassa di soggiorno, Pavia si allinea ad altre città. Come Cremona e Mantova. Ma anche come Alessandria e Novara. Attualmente a Como la tassa di soggiorno è di 5 euro, a Cremona di 2, a Lecco di 4, a Mantova di 4,5, a Sondrio di 2,5, a Varese di 3 e a Monza di 2,5 euro. A Lodi varia da 0,5 a 1,5 euro, a Bergamo raggiunge al massimo 5 euro e a Brescia 3,5 euro. Nel vicino Piemonte, ad Alessandria l’imposta per chi dorme nel territorio comunale oscilla tra 1 e 2 euro. A Novara varia a seconda della struttura ricettiva e, al massimo, raggiunge quota 1,50 euro. A Pavia gli assessori al Bilancio Matteo Pezza e al Turismo Angela Gregorini hanno fatto sapere che l’importo non è ancora stato definito, ma che sarà compreso tra un minimo di 2 e un massimo di 5 euro, in modo da essere in linea con altri capoluoghi. La tassa viene pagata per i primi tre o quattro giorni di permanenza in una struttura ricettiva e cambia a seconda del tipo di struttura.

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