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Dl flussi, sì alla Camera. Kelany: “Ridisegnata l’architettura delle competenze dei giudici”. Il Pd insulta

Con 152 voti a favore, 108 contrari e 4 astenuti la Camera ha approvato il cosiddetto decreto legge flussi in materia di immigrazione; contenente anche le norme sui Paesi sicuri e il trasferimento alle Corti di Appello della competenza sulla convalida del trattenimento delle persone che chiedono protezione internazionale. Il testo, sul quale il Governo ha posto e ottenuto  la fiducia, passa ora all’esame del Senato e va convertito in legge entro il prossimo 10 dicembre.

Dl Flussi, ok alla Camera. Kelany: “Finisce la politica destrutturante della sinistra”

“Orgogliosa di aver portato a termine il lavoro di relatore del provvedimento decreto flussi e paesi sicuri”. Le parole della parlamentare di di Fratelli d’Italia Sara Kelany, responsabile immigrazione del partito e relatrice del provvedimento. “Un grande lavoro con cui abbiamo regolamentato e disciplinato i flussi regolari: necessità che si è manifestata dopo che il nostro presidente del Consiglio Meloni aveva denunciato le infiltrazioni della criminalità all’interno del sistema del click day”.

Dl flussi, Kelany: “Strumenti contro il caporalato”

“Diamo strumenti per contrastare il caporalato, con un mio emendamento, di cui sono particolarmente orgogliosa – precisa Kelany-. Diamo canali preferenziali per l’ingresso delle donne, riservando quote almeno fino al 40% in tutti i settori; fissiamo controlli stringenti per le aziende, in modo da far firmare davvero i contratti di lavoro”.  Viene dunque modificato il click day, la giornata dedicata alle aziende per far domanda di manodopera straniera. Con il nuovo meccanismo sarà abrogato il click day nazionale ma verrà spalmato per settori e regionali. Nel 2025 sarà autorizzato inoltre l’ingresso di 10mila stranieri destinato all’assistenza di anziani e disabili. Saranno potenziati i controlli per evitare truffe e inasprite le pene per le aziende.

L’elenco dei Paesei sicuri

Il decreto assorbe altre due misure: l’elenco dei Paesi sicuri, varato dal governo con un decreto e trasformato in emendamento; e la segretezza degli atti riferiti all’accordo tra l’Italia e paesi terzi (come nel caso della Libia) per la fornitura di mezzi necessari al contrasto dell’immigrazione illegale e del business degli scafisti. “Sulla questione Paesi Sicuri, poi, diamo più forza ad una norma precedentemente di rango regolamentare, nella piena consapevolezza che tocchi ai governi indicare i paesi sicuri e a nessun altro”. “Infine – aggiunge Kelany – ridisegniamo l’architettura delle competenze dei giudici sulle convalide dei trattenimenti, affidandole alle corti d’appello; anche per snellire e velocizzare le procedure, affidando ad un giudice superiore questioni che riguardano i diritti umani. Non stupiscono le letture ideologiche e strumentali delle sinistre. Che per anni hanno volutamente destrutturato le politiche migratorie ed ora di fronte al nostro impegno ed ai nostri successi si sentono frustrati”.

Pd e sinistra insultano in aula

Nel testo è confluito anche il Dl “Paesi sicuri”, con il nuovo elenco aggiornato: sono considerati “Paesi di origine sicuri” Albania, Algeria, Bangladesh; Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio; Egitto, Gambia, Georgia, Ghana; Kosovo, Macedonia del Nord; Marocco, Montenegro, Perù; Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. L’elenco è “aggiornato periodicamente con atto avente forza di legge; ed è notificato alla Commissione europea”. Ai fini dell’aggiornamento il Consiglio dei ministri, entro il 15 gennaio di ciascun anno, delibera una relazione: “nella quale, compatibilmente con le preminenti esigenze di sicurezza e di continuità delle relazioni internazionali riferisce sulla situazione dei Paesi inclusi nell’elenco vigente e di quelli dei quali intende promuovere l’inclusione”. Il Governo trasmette la relazione “alle competenti commissioni parlamentari”. Il Pd insulta in Aula dopo il voto favorevole: “Una porcata”, dice Gianni Cuperlo.

 

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