Una relazione stabile, i genitori persi da poco: chi era Koxha, ucciso a Marghera
Classe 1983, passaporto albanese, una relazione stabile, i genitori persi da poco, una sistemazione a Mestre che risulta dalle carte arrivate in Procura, ma un contesto che lo vorrebbe comunque presente nel Veneziano solo saltuariamente, probabilmente in un continuo andirivieni tra l’Italia e la sua terra d’origine.
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Il 41enne Van Koxha, rimasto ucciso dopo lo scontro consumatosi a Marghera lunedì sera, era affiancato dal fratello Alfred, di qualche anno più grande, e il poco che è emerso su di lui si potrebbe ritagliare addosso a entrambi. Così come ai due uomini arrestati per il suo omicidio, con la sola differenza che, per loro, cambia la nazionalità: macedone, piuttosto che albanese; eppure non è detto che anche in questo senso ci siano più intrecci di quanto si sarebbe portati a pensare: la doppia cittadinanza, al confine tra i sue Stati, è cosa comune.
Se così fosse quel regolamento di conti andato in scena tra viale Paolucci e via Rizzardi potrebbe assumere i contorni di una faccenda interna allo stesso gruppo, più che di un faccia a faccia tra schieramenti diversi.
Secondo l’autorità giudiziaria, infatti, tutti e otto i partecipanti alla rissa finita a coltellate sarebbero “scatolettisti”, truffatori specializzati nel gioco delle tre carte.
Di certo martedì, a Ca’ Corner, alla presenza del prefetto Darco Pellos, il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha tracciato fatto «i profili dei presunti aggressori, già fermati, e delle vittime», rimarcando poi «l’efficacia del sistema di controllo del territorio», decidendo anche un prossimo rafforzamento.
Sugli scatolettisti la questura sta anche lavorando in maniera sistematica, partendo da una campagna di sensibilizzazione volta a scoraggiare i turisti dal partecipare alla truffa, fino ad arrivare ai servizi continui di controllo del centro storico: «Ne facciamo tutti i giorni», assicura il questore Gaetano Bonaccorso, «Anche lunedì mattina abbiamo fermato e denunciato alcuni di loro, così come dei borseggiatori. Per entrambe le categorie, vista la difficoltà di contestare i reati, abbiamo anche intensificato il ricorso alle misure come il foglio di via, che permette di aggravare progressivamente la posizione dei fermati a ogni violazione. Basti pensare che, ormai, tutti quelli che intercettiamo a Venezia sono già stati raggiunti da questo tipo di misura, oggi quindi vengono quasi tutti sanzionati con una denuncia, che è già il passo successivo».