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Autorità della Laguna, il nodo del personale. «Mose, collaudo entro giugno»

Un piano per avviare la nuova gestione della salvaguardia, del Mose e dei lavori in laguna. E garantire un futuro ai quasiduecento lavoratori del Consorzio Venezia Nuova e di Thetis che abbiano le caratteristiche richieste.

E’ il nodo da sciogliere per la nuova Autorità della laguna, costituita quattro anni fa ma non ancora operativa. Ieri sera lunga riunione in Prefettura – con Darco Pellos, Roberto Rossetto, Elisabetta Spitz, Massimo Miani, Tommaso Colabufo, e i sindacati Cgil, Cisl e Uil – richiesta dai sindacati, per chiedere garanzie sul futuro dei lavoratori. Il personale dovrà passare dal Provveditorato e dal Consorzio alla nuova gestione.

Le novità

Diverse le novità emerse dall’incontro. L’uscita, per ragioni personali, dell’amministratore di Thetis, ingegner Roberto Scibilia; la promessa che il personale sarà riassorbito, a partire dalle professionalità richieste per il funzionamento del sistema Mose; l’incontro è stato aggiornato al 27 gennaio, ma i sindacati hanno preteso che entro Natale sia data certezza al passaggio del personale; infine, il commissario Elisabetta Spitz ha assicurato che il collaudo del sistema Mose avverrà «entro il mese di giugno 2025».

Il presidente Roberto Rossetto sta lavorando al via libera allo Statuto, fermo alla Ragioneria dello Stato, e a giorni dovrebbe indicare i revisori dei conti della nuova istituzione. Con questi due passaggi Rossetto potrà avviare a breve la costituzione della nuova macchina organizzativa.

I sette componenti del Comitato di gestione, dirigenti che devono essere indicati dai ministeri delle Infrastrutture, della Cultura, dell’Ambiente e dell’Economia, dalla Regione, dal Comune e dalla Città Metropolitana. Poi il Comitato consultivo, composto di esperti in materia di laguna e salvaguardia. Infine il passaggio del personale. Automatico quello del Provveditorato alle Opere pubbliche (ex Magistrato alle Acque).

Nuovo contratto

Soggetto a nuovo contratto quello di Consorzio, Thetis e Comar. La grande macchina poi dovrà cominciare a prendere in capo le questioni della salvaguardia. A cominciare dalla gestione e manutenzione del Mose, grande opera in ritardo - due sole le paratoie dove si è fatta la manutenzione su un totale di 78 - con centinaia di milioni già a disposizione.
Giusto in questi giorni è stato approvato in Cta del Ministero il progetto esecutivo di Open Fiber (7 milioni di euro) per il collegamento del sistema Mose alla fibra ottica.

E poi il Piano degli interventi in laguna, fermo da tempo, con le opere complementari al Mose, i rialzi e gli interventi “diffusi”, le difese locali contro l’acqua alta.
I restauri dell’Arsenale, le concessioni demaniali, la navigazione e i posti barca, la vigilanza anti-moto ondoso e anti-inquinamento.

E dovrà approvare infine il programma triennale per la laguna, prendendo incarico dunque tutte le competenze sulla salvaguardia prima affidate al Magistrato alle Acque. Fa venire meno la necessità dei commissari straordinari, che potrebbero decadere lasciando al nuovo organismo poteri e finanziamenti. Ma anche la figura del Provveditore alle Opere pubbliche. La sede della nuova Autorità è il palazzo Dieci Savi a Rialto. Gli uffici però sono ancora in gran parte vuoti.

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