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Povera Elly, snobbata da Landini e accerchiata dai riformisti. Bonaccini torna alla carica

Chi l’ha vista in piazza ieri a gridare contro la manovra del governo? Nessuno. Elly Schlein, esclusa dal palco rosso di Bologna dalla star Landini, il day after si becca pure le tirate d’orecchie di Stefano Bonaccini. L’ex governatore emiliano, oggi parlamentare europeo, storico sfidante della segretaria ai tempi delle primarie, le ruba la scena con l’affollata assemblea romana di Energia Popolare, la sua corrente che si rimette in moto. Finita la lunga apnea elettorale i riformisti sono pronti per un 2025 scoppiettante. Con Bonaccini tra i riformisti ci sono i due governatori usciti vittoriosi dalle urne, Stefania Proietti in Umbria e Michele De Pascale (in collegamento) in Emilia Romagna. E campioni di preferenze come Antonio Decaro.

Schlein all’angolo, i riformisti tornano all’attacco

Le parole chiave dell’intervento di Bonaccini sono una chiara sveglia alla segretaria. Tanto per cominciare ha messo in campo la proposta di primarie per le prossime liste elettorali alle politiche. Il tutto all’insegna di quel pluralismo che la segretaria ha strozzato con le sue ricette radicali prendere o lasciare. “Non basta dirsi ‘alternativi’ alla destra. Lo si è in quanto capaci di indicare una idea e un progetto di società. Perché essere contro non basta e non interessa alla gran parte degli elettori”. Poi alcune istruzioni per l’uso. “Deve essere chiara una cosa: il Pd per noi non deve coltivare alcuna autosufficienza, né alcuna volontà egemonica; ma non lasceremo più a nessuno il diritto di porre veti e ricatti”. Il riferimento è al procedere a vista del Nazareno rispetto alle alleanze.

Bonaccini: finora ci siamo mossi con una schema à la carte

“Fino a qui ci siamo mossi con uno schema “à la carte”. Provando a superare nei territori i veti e i personalismi che ancora ingombrano il quadro nazionale delle opposizioni. Talvolta ci siamo riusciti, talvolta no”, ammette Bonaccini. Che fa quell’analisi del voto che Elly Schlein non ha fatto fino in fondo”. E giù critiche al campo largo che al momento è solo ‘un’invocazione”, né un’alleanza né una coalizione, dice Bonaccini convinto che  mettere insieme 5Stelle e Italia dei Valori sia possibile. Naturalmente l’assemblea dei riformisti si è aperta, noblesse oblige, con l’intervento della segretaria Schlein che, auricolari e zainetto, si è collegata via smartphone dall’aeroporto in partenza per Siviglia per il congresso di Psoe di Pedro Sanchez. Ha preso gli applausi della platea solo quando ha attaccato Giuseppe Conte che ha sparato a zero sul sì del Pd alla commissione Von der Leyen.

Schlein: abbiamo sensibilità diverse ma sappiamo fare sintesi

“In Europa non cediamo di un millimetro. E anzi rilanciamo l’integrazione europea: presidieremo la priorità del partito socialista europeo e del Pd”, dice la segretaria. Sul fronte interno plaude allo spirito unitario di questi mesi, ma non dice che potrebbe interrompersi. “Sappiamo bene che si può lavorare con le altre forze anche con sensibilità diverse. Io credo che il miglior esempio l’abbiamo dato noi: abbiamo sensibilità diverse ma l’importante è darsi un luogo dove comporle, dove fare sintesi e fare passi avanti insieme”. Una lealtà che Bonaccini conferma, ovviamente. “Non siamo qui per indebolire una segretaria, come nella più triste e tafazziana tradizione della sinistra e della storia del Pd”.

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