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Calenda fa a pezzi Schlein a trazione Landini: “Così somigli a Mélenchon. Un’alleanza non è possibile”

La rivolta sociale chiamata dal numero uno della Cgil non porta da nessuna parte, certamewnte non al governo.  Carlo Calenda si scaglia contro questa sinistra, contro una Schlein a trazione Landini vista plasticamente l’altro giorno in un venerdì di ordinaria follia tra scioperi e antagonisti in piazza. “Dietro la bandiera della ‘rivolta sociale’ la sinistra al governo non ci andrà più”, è il de profundis del leader di Azione. Il campo largo -come da mesi segnaliamo -aggiunge un altro elemento di sgretolamento. Fomentare la piazza non va bene. Calenda fa a pezzi “il fianco sinistro” di un’alleanza in disaccordo su tutto. “Sono tempi che richiedono profondità di pensiero, risolutezza nella difesa dei valori democratici e liberali, pragmatismo e serietà. Oggi l’alleanza di sinistra non garantisce nessuno di questi valori”.

Calenda contro l’asse Schlein Landini

La segreteria Schlein è un disastro su tutti fronti. Il quadro delineato da Calenda è la fotografia di una degenerazione del Pd iniziata dal governo Conte 2. “Dal varo del governo Conte due questa cultura ha iniziato a cambiare profondamente, spostandosi verso il populismo. Per populismo intendo in primo luogo l’uso degli slogan al posto delle soluzioni di Governo; e l’adozione di un criterio di semplificazione della realtà come bussola rispetto ai cambiamenti. Spiace dire che con Elly Schlein questa mutazione è approdata alla sua fase finale”. I punti dolenti sono tanti, cinque gravissimi.

Calenda: i cinque errori madornali di Pd e Schlein

“Il green sbandierato come parola d’ordine senza curarsi dei suoi effetti sociali; la sicurezza diventata parola impronunciabile; la mancanza di soluzioni concrete per affrontare qualsiasi problema industriale, economico o sociale; le parole assurde e incomprensibili sulla Commissione europea e balbettanti sull’Ucraina e da ultimo l’abbraccio con la ‘rivolta sociale’ non meglio specificata di Landini”. Tutto qusto ha portato “il principale partito della sinistra -lamenta ancora Calenda- su posizioni molto simili a quelle di Mélenchon in Francia”.

“Con la rivolta sociale la sinistra non andrà mai al governo”

Il Pd a trazione Landini si perde in un asse di ultra sinistra radicale senza rendersi conto del momento che stiamo attraversando: “I prossimi anni saranno i più duri mai vissuti dall’Europa. C’è la concreta possibilità che l’Unione non sopravviva alla pressione interna ed esterna di chi la vuole distruggere. Sono tempi che richiedono profondità di pensiero, risolutezza nella difesa dei valori democratici e liberali, pragmatismo e serietà. Oggi l’alleanza di sinistra non garantisce nessuno di questi valori”.

Azione si smarca: “Mancano i presupposti per un’allenza stabile con Pd, Avs e 5S”

Allora, andando al sodo, il partito di Calenda cosa farà? “Azione continuerà ad essere disponibile a lavorare su dossier concreti con le altre opposizioni-. Ma i presupposti per un’alleanza politica stabile oggettivamente non esistono. L’estremizzazione della linea del Pd e il silenzio tombale dei cosiddetti ‘riformisti’ emigrati a Bruxelles, rendono inesistente il contrappeso a Landini, Avs e 5S”. E dal suo punto di vista lancia un avvertimento alle opposizioni del governo: “L’agenda Landini rappresenta la migliore garanzia per la destra. Dietro la bandiera della ‘rivolta sociale’ la sinistra al governo non ci andrà più”. Sipario.

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