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A Padova chiusi tre ambulatori Usl per la cura del diabete

«Ci sono tre ambulatori di diabetologia dell’Usl 6 chiusi da sei mesi per mancanza di personale». A denunciarlo sono Padova Bene Comune e l’Associazione Diabetici: «Da quando sono andati in pensione due medici, sono stati chiusi gli ambulatori dei distretti di Cadoneghe, Noventa e degli Scrovegni» sostiene Antonino Pipitone di Padova Bene Comune «e temiamo che la situazione possa peggiorare ulteriormente con un altro pensionamento previsto tra pochi mesi».

Ambulatori chiusi

Il primo a chiudere è stato l’ambulatorio di Noventa Padovana operativo tutti i giovedì fino al 16 maggio scorso, quindi è toccato agli Scrovegni che il 4 giugno ha svolto l’ultima attività del martedì e, per ultimo, a Cadoneghe, che il giorno successivo ha messo fine al servizio del mercoledì: «Qualche tempo fa una collega che lavorava a Selvazzano è stata a casa un anno e mezzo per la gravidanza e non è stata sostituita: anche in quell’occasione l’ambulatorio era stato chiuso» prosegue Pipitone «siamo di fronte a una situazione di disagio importante, per cui i pazienti si riversano tutti all’ex ospedale ai Colli alla ricerca di risposte e, non trovandole, assistiamo quotidianamente a proteste e tensioni ai danni del front office che nulla può fare in questa situazione».

Se tra il settembre 2022 e il settembre del 2023 erano state fatte 17.600 visite, nello stesso periodo dell’anno successivo sono scese a 15.900: 1.700 in meno con un trend che – spiegano – arriverà a una riduzione di 2.600 prestazioni nel giro di poco tempo. Eppure, sottolineano, questa specialità non è stata inserita tra quelle carenti per le quali sia possibile bandire ore aggiuntive nell’ottica del recupero delle liste d’attesa.

L’emergenza

«Siamo di fronte a una mancanza di programmazione sconcertante» interviene Romualdo Zoccali «il pensionamento non è una novità improvvisa: sapendo che si avvicinava questo momento l’Usl avrebbe dovuto attivare dei concorsi o quantomeno attivarsi per chiedere agli uscenti di prolungare l’attività. Invece questa situazione dimostra, una volta in più, la tendenza alla privatizzazione del sistema, che può anche essere accettabile entro certi limiti, ma non quando si parla di una patologia cronica e delicata come il diabete».

A raccontare cosa significhi vivere con il diabete è Luca Griggio, presidente dell’Associazione diabetici di Padova: «Il numero dei malati è aumentato, così come l’aspettativa di vita» racconta «il problema però è che sono aumentati anche i tempi tra una visita e l’altra. Siamo a 14 mesi, laddove in presenza di un paziente ben compensato dovrebbe essere di 12, per non parlare invece di coloro che scompensano e che andrebbero visti più volte l’anno. E paradossalmente non è nemmeno possibile cercare risposte nel privato, poiché comunque il certificato medico va rilasciato dall’Usl, ad esempio per il rinnovo della patente che deve essere fatto una volta l’anno».

Com’è noto, il diabete è una patologia che può essere silente a lungo, arrivando a manifestarsi solo con le complicanze: «A Padova si stima che ci siano 60 mila diabetici conclamati, cui se ne aggiungono circa 20 mila che non sanno di essere ammalati e che magari lo scoprono quando spuntano problemi a occhi, arti, rene e cuore» prosegue Griggio «siamo di fronte a una malattia inguaribile e degenerativa che richiede interventi per poter essere vissuta in maniera serena. Questa gestione a risparmio delle risorse non tiene conto dei costi sanitari e sociali che si hanno quando poi un diabetico deve sottoporsi a dialisi, viene amputato o ha un infarto. Siamo qui per cercare una soluzione prima che i disagi nelle sale d’attesa possano peggiorare passando di livello». Il problema era stato sottoposto alla direzione generale una settimana fa, con l’invio di una lettera ancora in attesa di risposta.

Usl al lavoro

Il tema, è tuttavia stato affrontato dall’Euganea dove il direttore facente funzioni della Diabetologia ha confermato «un serio problema» sul fronte delle visite di controllo proprio per i due pensionamenti a cui se ne aggiungerà presto un terzo e per cui è stata sollecitata la possibilità di attingere a uno-due medici sostitutivi per intercettare le richieste dei pazienti in arrivo da Noventa e Cadoneghe.

«Siamo impegnati da mesi per trovare i sostituti e il personale si sta impegnano molto per superare questo momento difficile» sostiene il dottor Fabio Verlato, direttore del distretto Padova Bacchiglione «il problema è la carenza di medici comune a tutto il Paese. Se c’è disponibilità di specialisti, utilizziamo sempre le ore aggiuntive per abbattere le attese: se non sono già previste, le impiegheremo anche per la diabetologia dalla prossima settimana con tutti gli specialisti disponibili».

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