Crisi alla Ceramica Dolomite, convocato il tavolo regionale
Crisi alla Ceramica Dolomite di Trichiana, il caso arriva all’ordine del giorno in Regione mentre nello stabilimento ha preso il via la cassa integrazione ordinaria, che va a seguire quella straordinaria partita in estate.
«Abbiamo convocato per il 19 dicembre la prossima riunione del tavolo regionale relativo alla situazione di Ceramica Dolomite», annuncia l’assessore regionale al Lavoro, Valeria Mantovan. «Nel corso degli ultimi mesi l’azienda è stata al centro di numerosi incontri con l’Unità di crisi aziendali regionale e con le parti sindacali in merito alle strategie di riorganizzazione e alle altre azioni finalizzate al rilancio».
L’assessore regionale Mantovan sottolinea che «nei giorni scorsi l’azienda, d’accordo con le parti sindacali, ha chiuso la cassa integrazione straordinaria per crisi, aperta a fine luglio. Questo strumento era funzionale ad una revisione delle attività operative che avrebbe dovuto essere realizzata anche mediante esternalizzazioni. Tale manovra di ristrutturazione è stata invece attuata mediante una riorganizzazione interna resa possibile grazie al confronto con le parti sindacali e con i lavoratori».
Il 19 dicembre, dunque, si farà il punto su una crisi che sta provocando preoccupazione tra le istituzioni locali e i lavoratori, scesi già in sciopero per quattro ore a fine turno a novembre per chiedere rassicurazioni sul futuro.
«Oggetto dell’incontro programmato», sottolinea dunque l’assessore regionale, «sarà innanzitutto l’analisi della situazione in cui si trova l’azienda che, nel frattempo, a causa delle difficoltà di mercato, ha aperto una cassa integrazione ordinaria. Saranno poi approfondite le prospettive di rilancio per il 2025, per le quali è necessario che venga assicurato nuovamente l’impegno dei soci».
La convocazione del tavolo a livello regionale attorno alla situazione della Ceramica Dolomite è stata sollecitata anche dai sindacati, che in occasione dello sciopero di novembre hanno ribadito la necessità di ricostituire il comitato istituzionale di sorveglianza già creatosi durante le crisi dell’allora Ideal Standard. Sullo sfondo c’è la richiesta di immettere nuova liquidità nell’azienda il cui rilancio è coinciso con un momento difficile del mercato internazionale.