Droga dalla Spagna in pacchi postali, sette arresti tra Mestre e Vieste
All’alba di mercoledì 4 dicembre, un'operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari ha portato all’esecuzione di sette misure cautelari tra Vieste, in Puglia, e Mestre, nei confronti di una rete criminale che forniva supporto al boss viestano Marco Raduano, fuggito dalla casa circondariale di Badu e Carros (Nuoro) il 24 febbraio 2023.
L’operazione, denominata “Cripto”, è stata condotta dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), con il supporto dei Comandi Provinciali di Foggia e Venezia, dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Puglia”, dei Nuclei Cinofili di Modugno e Torreglia e del 6° Elinucleo di Bari.
Dei sette indagati, sei sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere, mentre uno è stato posto agli arresti domiciliari.
Dalla fuga alla collaborazione con la giustizia
L’indagine è scaturita dalla spettacolare fuga di Marco Raduano dal carcere, un evento che ha dato il via a una vasta attività investigativa per rintracciarlo e disarticolare la rete che ne ha permesso la latitanza.
Il primo passo significativo è avvenuto il 30 gennaio 2024 con l’arresto del braccio destro del boss, Gianluigi Troiano, in Spagna, grazie alla collaborazione tra il ROS e la Guardia Civil. Pochi giorni dopo, il 1° febbraio 2024, lo stesso Raduano è stato catturato ad Aleria, in Corsica, dalla Gendarmeria francese.
Le dichiarazioni rilasciate da Raduano e Troiano, divenuti nel frattempo collaboratori di giustizia, hanno permesso di ricostruire non solo i dettagli della fuga, ma anche un esteso traffico internazionale di droga e la struttura della rete che ha supportato il boss durante la latitanza.
Traffico internazionale di droga
Le indagini hanno evidenziato un lucroso traffico di hashish e marijuana, con la droga prodotta e lavorata tra il Marocco e la Spagna e successivamente inviata in Italia tramite corrieri.
Questo traffico alimentava il mercato illegale di sostanze stupefacenti nella cittadina di Vieste, rappresentando una delle principali fonti di finanziamento del clan.
I reati contestati e le attività della rete
Gli indagati rispondono a vario titolo di favoreggiamento personale e sono accusati di aver agevolato la latitanza del boss Raduano con supporto economico, tramite l’invio regolare di denaro proveniente dalle attività illecite del clan; supporto logistico, che includeva ospitalità tramite terzi, fornitura di auto per spostamenti e la spedizione di beni richiesti dal latitante, come un pacco natalizio con generi alimentari; comunicazioni criptate, utilizzando telefoni appositamente acquistati con i proventi del traffico di droga e sostituiti periodicamente per evitare intercettazioni.
Gravi atti intimidatori
L’indagine ha anche documentato un episodio di estrema violenza: su ordine diretto di Raduano, è stato compiuto un atto intimidatorio nei confronti di un parente di un collaboratore di giustizia.
Questo gesto, motivato dalla volontà di vendetta per le dichiarazioni fornite contro il clan, evidenzia la spietatezza e l’organizzazione della rete criminale.
Risultati operativi
Durante le attività investigative, i carabinieri hanno arrestato due persone in flagranza di reato e sequestrato 12,5 kg di sostanze stupefacenti, confermando l’entità del traffico di droga e il ruolo centrale del clan nel controllo del mercato locale.
Un passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata
L’operazione “Cripto” rappresenta un importante colpo alle organizzazioni mafiose che operano tra la Puglia e il panorama internazionale. Il coordinamento tra le diverse forze dell’ordine e la collaborazione con le autorità spagnole e francesi hanno permesso di smantellare una rete criminale complessa, dimostrando l’efficacia delle indagini interforze.
Le indagini proseguono, mentre la Dda continua a lavorare per approfondire il coinvolgimento di altri soggetti e ricostruire l’intera rete di complicità che ha permesso al clan Raduano di mantenere il suo potere nonostante la latitanza del suo leader.