Documenti e controlli al check-in, arriva la stretta sugli Airbnb: a Udine sono oltre 300
Se il ministero dell’Interno era già stato chiaro con la recente circolare sugli affitti brevi, la Prefettura di Udine lo è stata ancora di più. I gestori delle strutture ricettive friulane affittate per brevi periodi (meno di trenta giorni) sono tenuti a verificare con i proprio occhi l’identità degli ospiti che accolgono.
Lo ha ribadito il prefetto Domenico Lione al termine di un incontro del Comitato di Ordine e sicurezza pubblica che ha riunito i rappresentanti del Comune e quelli delle forze dell’ordine. «Va accertata a corrispondenza tra le persone alloggiate e i documenti forniti e i dati vanno poi trasmessi alla Questura nei termini previsti», ribadisce infatti la nota diffusa dagli uffici di via Pracchiuso.
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Analoga procedura deve essere seguita anche in caso di scambio di abitazione temporaneo di casa (Home Exchange), di ospitalità di straniero e di alloggio nei cosiddetti Marina Resort.
Insomma, sono state ritenute inadeguate, rispetto alle esigenze di ordine e sicurezza pubblica, le procedure di identificazione da remoto, per esempio mediante la trasmissione informatica delle copie dei documenti e l’accesso negli alloggi con codice di apertura automatizzata o tramite installazione di key boxes, scatole per le chiavi, all’ingresso.
Ed è stata annunciata una stretta nei controlli, che verranno disposti dal questore di Udine nell’ambito delle ordinarie attività di polizia amministrativa. Solo nel capoluogo friulano i cosiddetti Airbnb, dal nome del sito più famoso che propone questo tipo di servizio, sono centinaia. Numeri e disponibilità, variano di continuo, a seconda dei periodi.
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Provando a fare alcune ricerche sul web, le attività censite in rete sono trecento. Stando a indicazioni riferite allo scorso settembre, in Regione ci sono oltre 14.000 esercizi (alloggi privati, strutture ricettive varie, compresi ostelli, rifugi, campeggi e villaggi vacanze), per un totale di circa 183 mila posti letto.
«Il check-in – ha sottolineato il prefetto Lione – deve essere fatto di persona, non ci si può limitare alle procedure on line. Ci sono dei paletti ben precisi, stabiliti dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Non si possono interpretare le norme in maniera sempre più estensiva, perché si finirebbe per snaturare le stesse».
Da parte sua, il vicesindaco di Udine e assessore al turismo, Alessandro Venanzi, rileva che «le strutture messe a disposizione per gli affitti brevi aumentano la ricettività della città e questo è molto positivo, soprattutto in occasione dei grandi eventi, come l’adunata alpina che c’è stata e come la Supercoppa Europea che è in programma per il prossimo anno. Inoltre, spesso gli spazi destinati agli affitti brevi sono stati ristrutturati e allestiti grazie a incentivi regionali che sono il frutto di strategie collettive e che favoriscono la rigenerazione urbana. D’altra parte, mentre gli Aribnb sono disponibili a seconda dei periodi e delle possibilità dei proprietari, non dobbiamo dimenticare che la ricettività fatta in maniera professionale e continuativa è sempre quella garantita dagli albergatori. Non per nulla, quando ci sono iniziative di promozione del turismo, riceviamo delegazioni di albergatori».