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Gino Cecchettin torna a stupire: “Potrei perdonare Filippo, certo mi ci vorrà del tempo”

L’ergastolo a Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin è arrivato, lo ha deciso quattro giorni fa la Corte d’Assise di Venezia. La sentenza di primo grado, che la difesa impugnerà, ha tenuto in sospeso l’Italia e messo fine al derby dell’opinione pubblica, divisa tra chi voleva il massimo della pena e chi si augurava la clemenza della corte per la giovane età dell’autore dell’efferato femminicidio. Intervistato a Quarto Grado su Retequattro il padre di Giulia, Gino, ha stupito tutti aprendo a un possibile perdono. “Mi ci vorrà del tempo, ma potrebbe essere una tappa. Nel momento in cui il percorso viene fatto da entrambi, nel modo giusto. Quindi ci deve essere chiaramente un perdono sincero, e un percorso riabilitativo di un certo tipo. Immagino ci voglia del tempo, perché si arrivi a questo, ma io non lo escludo… ecco“.

Giulio Cecchettini: potrei perdonare Filippo, mi ci vorrà tempo

Parole che non smentiscono l’atteggiamento sereno, per qualcuno algido, e la sorprendente lucidità con cui ha affrontato il dramma che lo ha colpito. “Filippo – continua il padre che durante il processo ha incrociato due volte lo sguardo dell’assassino di Giulia –  dovrebbe, probabilmente, aiutare a capire il fenomeno che l’ha portato a fare quello che ha fatto. Quello potrebbe essere un contributo. Cosa si scatena nella mente di chi arriva a fare un gesto di questo genere? Perché lui l’ha provato e, quindi, con onestà e sincerità, unito a un professionista che riesca a fare breccia su quello che è stato il suo percorso… Così potrebbe aiutare chi, come lui, è in quella condizione”, ha aggiunto Gino Cecchettin. Nel corso dell’intervista, quindi, ha preso in considerazione anche la possibilità della giustizia riparativa. Turetta non ha mai chiesto scusa ai famigliari della vittima nell’ultimo anno, affermando che le scuse sarebbero state nulla rispetto al suo gesto.

Risarcimento, “ho provato disgusto, mia figlia non è una cifra”

Sul triste capitolo del risarcimento, invece, dice apertamente di aver provato disgusto. In base alla sentenza, infatti, è stato stabilito per la famiglia un risarcimento economico provvisionale (500mila euro per Gino, 100mila per Elena e Davide Cecchettin, 30mila per Carla Gatto e Alessio Cecchettin). “Ma nessun risarcimento può compensare l’assenza di una persona”, ha sottolineato Gino Cecchettin. “Questo è il momento dove ho sentito, forse, più disgusto. Perché, per forza di cose, viene paragonata la vita a una cifra. Ed è quanto di più avvilente un essere umano possa sentire… Perché non c’è nessuna cifra che possa riparare l’affetto mancato di una figlia. Quindi, ecco, forse ho iniziato a sentirmi male proprio da quel momento lì. Quando ho sentito Giulia paragonata a delle cifra,  come se tutto fosse quantificabile in questa vita“.

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