Rientrata in Italia la coppia fermata in Argentina con una bimba nata da gestazione per altri
È rientrata in Italia la coppia di padovani bloccata Buenos Aires con una neonata avuta attraverso la gestazione di altri. Dopo 40 giorni di detenzione in un appartamento sono riusciti a tornare a casa con la figlia. L’autorità argentina ha accolto l’istanza predisposta dal loro legale locale, d’intesa con l’avvocato Maurizio Paniz. “Ho chiesto una mano al ministro Antonio Tajani ed è andata bene, perché siamo stati supportati – spiega il legale – dall’ambasciata e dal consolato italiani”.
In Argentina la materia non è regolamentata. I due uomini, un medico e il suo compagno, erano stati fermati all’aeroporto di Buenos Aires avevano ammesso alle autorità di aver concordato la gravidanza con una donna originaria della città di Rosario. Secondo l’accordo, la bambina, nata il 10 ottobre in una clinica della capitale argentina, sarebbe poi stata cresciuta in Italia dalla coppia. I tre sarebbero considerati piuttosto vittime di un’organizzazione che sfrutta le necessità di donne in situazione di estrema vulnerabilità e di persone che desiderano avere un figlio.
Dal 16 ottobre l’Italia considera la maternità surrogata come un “reato universale” e la coppia fermata in Argentina rischia quindi l’apertura di un procedimento penale anche in Italia. Secondo le carte firmate davanti a un notaio argentino, la piccola è figlia della ragazza e di uno dei due uomini della coppia“. La mamma, che ha 28 anni, vive in condizioni di povertà: la sua gestazione non ha avuto scopo altruistico e lei è stata pagata per portare avanti la gravidanza.
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