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Conquilini accoltellati in via D’Alviano a Trieste: la lite scoppiò per le pulizie

Avevano litigato per le faccende domestiche. Per chi doveva fare cosa. Ecco il movente del doppio tentato omicidio avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 dicembre in un appartamento al primo piano di via D’Alviano 84 a Trieste, davanti al centro commerciale Torri d’Europa, che aveva visto coinvolti tre giovani richiedenti asilo.

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L’indagato si chiama Ijaz Ahmed Butt Ahsan, è un trentenne originario del Pakistan. È accusato di aver accoltellato due connazionali con cui condivideva l’abitazione (dove risiedevano in quattro persone), gestita dall’Ics: uno era stato colpito all’addome, l’altro al viso. L’aggressore ora è detenuto al Coroneo.

Il gip Massimo Tomassini ha convalidato il fermo e ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere richiesta dal pm titolare del fascicolo.

La ricostruzione

L’episodio, su cui ha indagato la Polizia, si era consumato alle due. Stando alle ricostruzioni investigative Ijaz, quella notte, era appena ritornato a casa. La lite era scoppiata in cucina tra lui e due coinquilini mentre preparavano da mangiare. I tre si erano messi a discutere su questioni legate alle pulizie di casa. Erano volati insulti e, secondo quanto riferito dai protagonisti, una delle vittime aveva preso un mattarello agitandolo in direzione di Ijaz. Ma quest’ultimo aveva estratto un coltello.

Un altro inquilino dell’appartamento, estraneo all’alterco e che nel frattempo si era rifugiato in camera, ha riferito di aver sentito gridare e di essere uscito dalla stanza per verificare cosa fosse accaduto: si era trovato davanti Ijaz che gridava impugnando un coltello nella mano destra insanguinato e con la lama spezzata. Accanto c’erano gli altri due coinquilini: uno si teneva il volto, l’altro la pancia. L’aggressore nel frattempo era fuggito.

I soccorsi

Uno dei feriti e il coinquilino accorso in cucina erano poi usciti in strada per domandare aiuto. Fuori avevano incontrato un vicino ed è così che era scattata la macchina dei soccorsi, con l’intervento prima del 118 e poi delle volanti della Polizia. Il personale sanitario e gli agenti delle volanti avevano trovato il pavimento dell’abitazione cosparso di sangue, analogamente al pianerottolo.

L’indagato era stato rintracciato dalla Polizia nelle ore successive, dopo che lui stesso si era rivolto a un’altra struttura dell’Ics dove – come si è saputo all’indomani dell’aggressione – sapeva di poter contare sugli operatori che conosceva e ai quali aveva riferito l’accaduto.

Una delle due vittime, il giovane accoltellato all’addome, aveva riportato ferite serie ed era stato sottoposto a un intervento chirurgico. Meno gravi le condizioni del connazionale colpito al viso.

Il profilo dell’aggressore

Dagli accertamenti giudiziari è emerso il profilo personale dell’indagato: il trentenne Ijaz Ahmed Butt Ahsan si trova da tempo in Italia. Parla ormai l’italiano e ha un lavoro a tempo indeterminato. Così negli atti. «Risulta pienamente integrato nelle nostra società», si legge nella documentazione.

Il giovane era ospitato in un appartamento dell’Ics in attesa dell’esito del ricorso sulla sua richiesta di asilo, ma era ormai prossimo all’uscita dal sistema di accoglienza», precisa il presidente della onlus Gianfranco Schiavone.

L’Ics era intervenuta con un comunicato stampa rendendo noto che, secondo il servizio psicologico dell’associazione, l’aggressore «è una persona dal carattere chiuso, senza precedenti episodi significativi o segnali che avessero richiesto un intervento da parte dei servizi socio-sanitari per specifici profili di vulnerabilità». —

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