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Da Miss Mondo Italia a New York Canta, l’udinese Lucrezia spicca il volo in televisione

Bella, bellissima e nobildonna. La giovanissima marchesa Lucrezia Mangilli di San Gallo sfoggia (con grazia) un altro titolo da qualche mese, sostanzioso pure questo e con obbligo di corona: Miss Mondo Italia 2024.

Della bionda dea udinese già le cronache nazionali e cittadine se ne occuparono: prima per un programma streaming «dal gusto così e così — precisa Lucrezia — dal quale scappai dopo pochi giorni» e, quindi, per la fascia ambita di cui sopra. Ora la studentessa in Scienze e tecniche multimediali — «Comunque studio, ho un obiettivo preciso al di là di quello che potrebbe accadere — nuovamente si riposiziona sotto i fari, stavolta per Raidue e da New York.

È un binomio intrigante. Spieghiamo meglio, Lucrezia?

«Volentieri. Intanto il programma è andato in onda ieri notte, ma su Raiplay lo si può rivedere in qualunque momento. Si tratta di “NY Canta” Festival della musica italiana, ma non è Sanremo, bensì un evento organizzato dall’Associazione culturale italiana di New York per offrire il palcoscenico a dieci talentuosi cantanti: cinque italiani e il restante quintetto composto da ugole di svariate nazionalità. Oltre a una partecipazione al “Columbus day”, una girandola emozionale notevole soprattutto per me alla prima sorvolata oceanica».

Possiamo usare il temine assistente di palcoscenico?

«Una co-conduttrice, direi meglio, di uno straordinario uomo di spettacolo qual è Pupo. Lo si conosce per le sue canzoni, ma non abbastanza per la gentilezza e per la simpatia. Vogliamo parlare della giuria?».

Parliamone.

«Renga, Nek, Marino Bartoletti, il presidente, e Matilde Brizzi di Radio LatteMiele. Non c’è bisogno di raccontarli bensì di ringraziarli per la loro cordialità. L’aver vissuto quei giorni attorniata da gentiluomini e gentili amiche è stato impagabile, oltre all’esperienza che pian piano si accumula sulle mie spalle non ancora robuste».

Quindi, un pensiero allo show business l’ha fatto?

«Come non farlo, mi capisce. Poi c’è da aggiungere un principio sul quale non transigo: la qualità. Mai accetterei di entrare in un reality, sebbene farebbe gola a chiunque. Vorrei affrontare un percorso diverso dove la cultura, in qualche modo, entri a far parte del progetto».

Non mi permetto di sbirciare nella sua agenda, ma è segnato qualcosa di importate che accadrà?

«In realtà sì, non me ne voglia se glisso sull’argomento. Non è solamente superstizione, ci mancherebbe, è che proprio non posso».

Per carità, alle volte ci va dritta. Senta, i suoi genitori che dicono di questa sua propensione al varietà?

«Nulla, nessuno dei due ha mai ostacolato le mie scelte e, di questo, sono loro grata».

La bellezza implica sacrifici: i suoi?

«Diciamo che la genetica è un’alleata: papà e mamma si presentano biondi, alti e con gli occhi azzurri. Al di là della fortuna, mi applico. Per tenere caldi i muscoli e sveglio il cervello». —

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