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Tesoriere della Lega assolto assolto in una tranche del processo Lombardia Film Commission

Assoluzione in appello a Milano per la vicenda cosiddetta “Areapergolesi” e un ricorso in Cassazione pendente con udienza a gennaio, dopo una condanna in secondo grado, nel filone principale. È questa la posizione processuale del tesoriere della Lega Alberto Di Rubba, anche ex revisore dei conti per il partito al Senato ed ex presidente della Lombardia Film Commission, nelle due tranche scaturite dall’inchiesta milanese sul caso Lfc.

“Non ho mai avuto dubbi sulla correttezza del mio operato – ha commentato Di Rubba in una nota -. È stata dura farsi largo tra pregiudizi e accuse infamanti, ma la verità ha una forza inarrestabile per chi la sa aspettare. Il mio pensiero – ha aggiunto – va a quelli che non hanno avuto la forza di combattere per l’affermarsi della verità e a chi mi ha sostenuto in questi anni”. Il riferimento era, come ricostruito, all’assoluzione “perché il fatto non sussiste” dalle accuse di peculato e false fatturazioni nel processo con al centro la società Areapergolesi, un procedimento stralciato dalle indagini per peculato e turbativa sull’affaire Lombardia Film Commission.

Di Rubba, stando all’imputazione caduta oggi in secondo grado, quando era presidente di Lfc, si sarebbe appropriato, tra il 2015 e il 2018, di poco più di 38mila euro bonificati “da Lfc sul conto corrente di Ra.ma.tex spa”, società proprietaria di immobili. Soldi che, secondo i pm, erano “pari al risparmio ottenuto” dalla società Areapergolesi “in virtù della riduzione del proprio canone di locazione” su quegli immobili e che era stato, in pratica, “accollato”, secondo l’accusa, alla fondazione Lfc, ente pubblico partecipato dalla Regione Lombardia.

Imputazioni cadute oggi davanti alla Corte d’appello milanese, dopo una condanna a 2 anni e 10 mesi in abbreviato nel luglio del 2023. Per altri imputati, in questo secondo procedimento, tra cui l’altro ex revisore contabile per la Lega, Andrea Manzoni, deve ancora iniziare il processo con rito ordinario. Soddisfazione per l’esito del processo per Di Rubba è stata espressa da tanti esponenti della Lega, tra cui il vice segretario e sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.

“L’assoluzione piena per Alberto Di Rubba dimostra quello che abbiamo sempre sostenuto: Alberto ha compiuto il suo dovere con onestà e lealtà da gran lavoratore quale è e oggi esce da un grande incubo, al quale è stato sottoposto per troppo tempo – ha commentato -. Felice che sia stata fatta finalmente giustizia e che ad Alberto e alla sua famiglia, a cui mando un grande abbraccio, sia stata restituita un pò di serenità dopo anni di fango mediatico”.

Ora, però, dopo due condanne in primo e secondo grado, arriverà in Cassazione il processo principale, in cui Lfc è parte civile, così come il Comune di Milano. La Corte d’appello milanese, il 23 aprile scorso, ha inflitto quattro anni, 6 mesi e 20 giorni al tesoriere del Carroccio, con una lieve riduzione della pena rispetto ai cinque anni del primo grado. Al centro del processo Lfc ci sono imputazioni di peculato e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente per la compravendita, tra il 2017 e il 2018, di un capannone di Cormano, nel Milanese. Immobile che fu acquistato dalla Lombardia Film Commission, di cui Di Rubba era presidente, e con quell’operazione, stando alle indagini della Gdf, dell’aggiunto di Milano Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi (ora procuratore aggiunto a Pavia), sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici. La Corte milanese, quasi otto mesi fa, aveva anche condannato a 3 anni Manzoni, meno dei 4 anni e 4 mesi del primo grado.

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