Caroline Garcia: “Se il tennis è tutto e perdo, chi sono io?”
Chiusa in anticipo la stagione 2024, sopraffatta da ansia e attacchi di panico, Caroline Garcia si era detta pronta a ripartire, “che il viaggio ricominci” dall’Australian Open. Intanto, è volata a Dubai per la seconda parte della preparazione dopo un mese con Albert Costa a Barcellona e alcuni giorni al National Tennis Center, seguita da Ivan Ljubicic. In un’intervista a Quentin Moynet del quotidiano l’Équipe, la classe 1993 conferma la bontà della sua scelta di prendersi una pausa dal tennis: “È stata vitale per me, già me lo domandavo in febbraio, ma mi sono decisa a farlo quando ho accettato il fatto che fermarmi avrebbe potuto significare non rientrare più”.
Caro aveva già spiegato che l’ossessione per ranking e vittorie le aveva fatto perdere la gioia di giocare e per quel motivo “ho sbagliato a prendere antiinfiammatori per la spalla così a lungo”. Nonostante la carriera invidiabile con titoli WTA 1000 in singolare e Slam in doppio, “l’unica cosa che vedevo era non aver vinto uno Slam in singolo”. Solo un paio di mesi dopo il trionfo alle WTA Finals, all’Australian Open 2023 “avevo un comportamento di m****, ero cattiva con il team… odiavo la persona che stavo diventando. Quasi avevo perso i valori che fanno di me ciò che sono. Non potevo sopportarlo”.
Allenata pressoché esclusivamente da papà Louis Paul e da Bertrand Perret per tutta la vita tennistica, Garcia volerà in Australia senza coach perché “desidero sentirmi leggera in campo, senza essere responsabile di un team. Ascolto e provo cose nuove, per esempio rispondo da un po’ più indietro. Ma, tranquillo, rimango nell’inquadratura”. Un altro dei cambiamenti adottati ora da Caroline è saper fermarsi quando le cose non funzionano. “Lo sport significa spingersi al limite, certo, ma non 360 giorni all’anno. Qualche volta è meglio dire, ‘vado a casa e farò una mezz’ora in più domani’. Ho detto ad Albert che cerco un rapporto salutare con il tennis lo ha capito e ha risposto che avremmo adattato l’allenamento di conseguenza”.
Mentre continua a lavorare anche con uno psicologo, Garcia ammette di avere talvolta dubbi sul suo rientro: “Non so se sarò competitiva, non mi aspetto che il primo torneo vada tanto bene come l’allenamento in termini di atteggiamento mentale. No so se dopo aver cannato alla grande una volée riuscirò a riderci sopra”.
Grande importanza avrà quindi riuscire a evitare i pensieri negativi. “Ci saranno momenti difficili ma, se riuscirò a essere positiva, andrò avanti. Se invece diventa ancora tossico, smetterò. Voglio essere felice, non sentirmi depressa anche tre giorni dopo una sconfitta. Ho rimpianti perché avrei potuto comportarmi così da anni. Ma un po’ le aspettative, un po’ la mia personalità e il fatto di non avere amiche nel circuito, è tutto così competitivo che non puoi fidarti di nessuno”.
Quest’anno, Caroline ha lanciato il podcast Tennis Insider Club, facendole scoprire quanto è positivo creare connessioni con le persone. “Prima pensavo, ‘cosa faccio se non gioco, non so fare altro’. Così, quando perdi, quasi metti in discussione la tua stessa esistenza”.
M.S.