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Una donazione alla Cri per ricordare Elena Rozza

Una donazione alla Cri 

per ricordare Elena Rozza

foto da Quotidiani locali

Voghera

Si è spenta a 42 anni la vogherese Elena Rozza, e i suoi compagni di classe (quelli della ex 5B geometri dell'istituto “Baratta”) hanno deciso di ricordarla con un gesto di altruismo. In suo nome hanno fatto una donazione all’ambulanza dei desideri di Voghera, mezzo inaugurato lo scorso dicembre dal comitato locale della Croce Rossa che permette ai piccoli e grandi pazienti di realizzare uno dei loro sogni trasportandoli in sicurezza ovunque vogliano. Elena, che è mancata mercoledì scorso dopo aver lottato contro un brutto male, aveva studiato ingegneria informatica, aveva lavorato alle Poste ed era appassionata di Ferrari, di ballo country e di moto. Lascia i genitori e il fidanzato. «Elena – raccontano gli ex compagni – era una persona sensibile e la vita non è stata sempre facile per lei. Nonostante le difficoltà ha sempre guardato al domani con speranza, e per questo in sua memoria abbiamo scelto di regalare qualcosa che potesse fare la differenza per qualcuno». «Abbiamo ricevuto la donazione – commenta Chiara Fantin, presidente di Cri Voghera – e ora la custodiremo fino al momento in cui non avremo il nostro primo desiderio da realizzare. L’ambulanza è stata realizzata con una raccolta fondi durata un anno per cui si è mobilitata letteralmente tutta la città e viene gestita in collaborazione con gli “Amici del quarto piano”, associazione che opera nel reparto di oncoematologia pediatrica del San Matteo di Pavia». Fantin, però, non mette limiti alle possibilità: «Non per forza deve essere un bambino o un malato terminale a usufruire di un trasporto su “Tommy” ,nome che, peraltro, ricorda un ragazzino stupendo che non ce l’ha fatta. L’ambulanza può servire anche a un anziano che abbia un particolare sogno nel cassetto. Valuteremo le richieste che ci arriveranno e, appena decideremo il desiderio che inaugurerà l’ambulanza, lo faremo per Elena: informeremo chi ha donato e anche la famiglia, in modo da far sapere che abbiamo reso felice una persona fragile». serena simula

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