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Salvini, Fontana, l’Hellas: ecco Borchia, il capolista della Lega alle europee

Capo della segreteria di Lorenzo Fontana per 6 anni, poi assistente del gruppo politico Lega in Parlamento Europeo e ora capolista del Carroccio alle prossime elezioni dell’8 e 9 giugno. È la progressione di Paolo Borchia, veronese con genitori della Valpolicella e residenza a Bussolengo. È nella Lega da quando aveva 19 anni ma è adesso che tra poco ne compirà 44 che sta per raccogliere i frutti della sua lunga militanza. Borchia non ha alle spalle un percorso di amministrazione locale. È partito subito come assistente al parlamento europeo, dove ha potuto mettere a frutto la sua conoscenza di lingue: inglese, francese e spagnolo. Il padre era un piccolo imprenditore del marmo ma lui ha dimostrato fin da subito la propensione per la politica.

E allora eccolo al fianco di Lorenzo Fontana, quando ancora era un semplice europarlamentare e non il presidente della Camera come oggi. Dopo 6 anni a capo della sua segreteria ha passato il concorso ed è diventato dipendente del gruppo a Bruxelles. E dopo un lungo periodo nella retroguardia, ecco il primo mandato che sta per concludersi tra qualche mese. «La macchina del Parlamento Europeo la conosco bene, lo dico senza presunzione», precisa Borchia, tifoso dell’Hellas e padre di un figlio di 6 anni e di una bimba di 8 mesi. «Mi considero un uomo di partito, sono dentro da tanti anni e credo di essere corretto con tutti». Su Paolo Borchia, rimasto per lungo tempo niente più che un politico veronese conosciuto solo a Verona, i riflettori si accendono nei giorni successivi al voto sul fine vita. È la battaglia politica e ideologica che si è conclusa con la sconfitta di Zaia, che si era speso personalmente per l’approvazione della proposta di legge regionale. Sul voto la Lega si è spaccata e una parte ha scelto di non seguire il presidente. Chi ha contribuito a convincere gli scissionisti? Borchia.

«È una ricostruzione giornalistica», si affretta a precisare. «Io ho solo invitato i miei a riflettere». E l’obiettivo l’ha raggiunto, con grande soddisfazione di Salvini che a favor di microfoni ha manifestato tutta la sua soddisfazione per l’esito contrario alle speranze di Zaia. Fedelissimo di Lorenzo Fontana ma anche di Matteo Salvini. «Quando si lavora fianco a fianco si sviluppano rapporti che vanno anche oltre la collaborazione professionale», dice, sempre con grande modestia. Al Parlamento Europeo ha portato avanti istanze per l’agroalimentare e sull’internazionalizzazione delle imprese. «Un aspetto che ritengo importante è che la gente voti chi poi va effettivamente a fare l’europarlamentare», sottolinea, riferendosi ai candidati di bandiera come per esempio Meloni e Tajani. «Io ho totalizzato oltre il 95% delle presenze e sono risultato uno dei parlamentari più incisivi sulle politiche energetiche in Europa». —

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