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Il Vajont, sessant’anni dopo: il disastro raccontato dalla scuola media di Silea 

Prima il vento, il fragore, l’acqua, il fango. Poi il silenzio della morte.

Sessant’anni sono passati dalla tragedia del Vajont, avvenuta la sera del 9 ottobre 1963.

Nel 1957 la Società Adriatica di Elettricità diede inizio ai lavori di costruzione di quella che sarebbe diventata la diga a doppio arco più alta mai realizzata. Il progetto, coordinato dall’ingegner Carlo Semenza, fu ben accolto dalla popolazione di Longarone: avrebbe dato lavoro e un salario dignitoso, oltre all’energia elettrica in tutte le abitazioni del paese. Gli abitanti di Erto e Casso, due paesi sul versante del monte Salta, invece, lo disapprovarono; la costruzione della diga li costringeva ad andarsene dalle loro case.

Nel 1960 ci fu la prima frana del monte Toc, tuttavia, messa a tacere ogni voce contraria, i lavori proseguirono.

Le case degli ertani avevano subito l’effetto delle scosse del terreno, e presentavano crepe profonde. Questi, preoccupati e arrabbiati per i danni che la diga stava causando, formarono il Consorzio per la Rinascita della Valle Ertana e organizzarono delle manifestazioni, molte delle quali represse dal governo.

La giornalista Tina Merlin diede loro quella voce che il governo non ascoltava; poco tempo dopo, fu denunciata con l'accusa di aver diffuso notizie false, ma venne assolta grazie agli ertani che, durante il suo processo, testimoniarono in suo favore.

Intanto, le scosse erano sempre più frequenti, e la crepa sul monte Toc si allargava. Ormai le altre sfere erano convinte che il Toc sarebbe franato, tuttavia sì proseguì con il riempimento dell’invaso.
Alle 22:39 del 9 ottobre 1963, la frana scese, provocando un’onda di 50 milioni di metri cubi, che rase al suolo Longarone e i paesi limitrofi.

Le vittime furono 1910, uccise dall'avidità di pochi uomini.

Quella sera vite, sogni, desideri, sentimenti, speranze per il futuro, vennero spazzate via tutte insieme, nello stesso istante.

Come un colpo di falce.

Questo è il titolo che abbiamo scelto per il nostro spettacolo, che si terrà sabato 4 Maggio alle ore 20:00, nel cortile della scuola secondaria di primo grado Marco Polo, all’interno della cornice del progetto Valore - Memoria, che da anni si occupa, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, di mettere in scena storie e fatti appartenenti al recente passato.

Attraverso una pièce teatrale, arricchita da canzoni e coreografie, ripercorreremo la lunga storia della valle del Vajont, e, in particolare, ciò che avvenne quella sera. Sarà un’occasione per riportare in vita chi non c’è più: giovani, anziani, bambini, alcuni dei quali mai nati. Per dare voce ai superstiti, che hanno perso amici, famiglia, ma anche cultura e tradizioni. Per dare uno sguardo al futuro, e imparare a rispettare la natura, le sue risorse, ciò che questa ci mette a disposizione, per evitare che una tale tragedia avvenga ancora.
Per non permettere mai alla memoria di cadere nell’oblio.

*Alunna della scuola secondaria di primo grado “Marco Polo”
Istituto comprensivo di Silea

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