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Pavia, il servizio 118 festeggia 26 anni: «Eravamo dei pionieri»

Pavia, il servizio 118 festeggia 26 anni: «Eravamo dei pionieri»

foto da Quotidiani locali

PAVIA. Immaginate di vivere senza un numero da chiamare in caso di emergenza sanitaria. Così era fino a 26 anni fa, quando anche in provincia è stato introdotto il 118, servizio nato per uniformare l’assistenza delle ambulanze. «La prima telefonata ricevuta fu per un infarto a Pavia» racconta Maurizio Raimondi, medico rianimatore e “padre fondatore” del 118 provinciale, oggi responsabile del dipartimento di Emergenza di Asst: è lui che, insieme a un pool di specialisti e infermieri, ha messo in piedi il primo nucleo del servizio per l’emergenza-urgenza lanciato il 10 maggio del 1998.

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La rivoluzione

Chiedere aiuto non era così scontato, prima del 118: «In caso di emergenza, i cittadini dovevano chiamare le croci di soccorso, sperando che la più vicina fosse aperta e avesse a disposizione un’ambulanza – prosegue Raimondi – erano le croci a decidere in che ospedale trasportare i pazienti, ma non sempre la destinazione era quella più idonea al caso. Insomma, non c’era coordinamento». Un sistema rimesso alla “buona volontà” dei soccorritori, con conseguenze a volte non previste. «Pensiamo al crollo della Torre civica di Pavia, il 17 marzo del 1989: in quelle ore convulse non si sapeva ancora cosa fosse successo, le prime notizie parlavano di un aereo caduto o del crollo della chiesa intera. La conseguenza fu che in piazza si precipitarono molte più ambulanze del necessario, bloccando l’accesso ai mezzi di soccorso che in quel momento servivano davvero: le ruspe e i macchinari dell’esercito. Ma scene simili si vedevano anche durante gli incidenti stradali».

Poi la rivoluzione: una centrale operativa unica per gestire l’urgenza in provincia, istituita al policlinico per coordinare le richieste di soccorso: dopo un “periodo di rodaggio” cominciato a gennaio, il numero per le emergenze è diventato operativo per i cittadini il 10 maggio del ’98. La provincia è stata una delle ultime di Lombardia a introdurre il 118.

«I pionieri»

«All’epoca lavoravo in Anestesia e rianimazione 2 al San Matteo, e sono stato incaricato di istituire il servizio del 118. Abbiamo costituito una centrale operativa al San Matteo per coordinare l’invio di ambulanze e il trasporto in ospedale, coordinando gli interventi di soccorso, gestendo meglio le richieste. Eravamo un nucleo di “pionieri” composto da medici rianimatori come Andrea Comelli, Antonella Brancaglione, Ilaria sforzini. Con noi anche gli infermieri e le infermiere Eliana Bonfoco, Aurelia Capaci, Stefania Pisano, Silvio piccinini, Carlo Montanari, e il tecnico Marino Piontini».

Con loro anche Roberto Rizzardi, rianimatore tutt’ora in servizio al San Matteo: «Era un mondo del tutto diverso rispetto a oggi – racconta – l’arrivo del 118 ha cambiato il modo di intervenire sulle emergenze». —

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