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Scocchia: «Le foto di Salgado messaggio potente per la sostenibilità ambientale e sociale»

Scocchia: «Le foto di Salgado messaggio potente per la sostenibilità ambientale e sociale»

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Duecento scatti in mostra per ritrarre i luoghi e gli abitanti della foresta. La mostra Amazônia di Sebastião Salgado al Salone degli incanti è un’immersione intensa fra alberi, montagne, corsi d’acqua e volti della popolazione indigena. Un appello alla difesa dell’ambiente che ha trovato il supporto di Illycaffè, che con Salgado è in relazione da quasi un quarto di secolo. C’è l’arte e ci sono le buone pratiche, da attuare in particolare nel Sud del mondo, perché «il rispetto inizia dalla concretezza», come dice l’amministratore delegato di Illy Cristina Scocchia, spiegando i motivi che hanno spinto l’azienda triestina a sostenere l’esposizione del fotografo brasiliano.

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La collaborazione fra Illy e Salgado va avanti da oltre vent’anni. Dove nasce questo feeling?

«Nel 2002 Illycaffè ha scelto la forza comunicativa della fotografia per portare all’attenzione del grande pubblico la vita dei coltivatori e la bellezza dei paradisi dove viene coltivato il caffè che acquistiamo. Il reportage venne allora affidato a Salgado perché è uno dei più grandi fotografi al mondo e un umanista di grande sensibilità. Con lui condividiamo i valori della sostenibilità e delle scelte etiche responsabili».

Quel reportage ha ritratto le persone che lavorano nelle piantagioni in dieci paesi del Sud del mondo. Che significa?

«Il lungo viaggio è terminato con la mostra fatta nel 2015. Salgado ha fotografato Indonesia, Brasile, India, Etiopia, Cina, Tanzania e altri paesi. È l’espressione dell’attenzione che da sempre abbiamo come azienda per sviluppo sostenibile e culture locali. Noi amiamo le piantagioni e questo si traduce in una relazione basata sullo scambio costante con i coltivatori e sul miglioramento della vita delle loro comunità. Sta qui il senso profondo della collaborazione con Salgado».

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Stavolta Salgado racconta l’Amazzonia, dove il caffè non c’è. Perché riveste un interesse per Illy?

«Amazônia porta alla nostra attenzione potenza e fragilità dell’ecosistema della foresta. Ci invita a riflettere sulla necessità di proteggere quei luoghi e chi ci abita. È un messaggio fortissimo. Le 200 immagini di Salgado sono allineate al nostro modello di business, rispettoso dell’ambiente e delle persone: ci ricordano che le nostre azioni impattano sull’ecosistema».

Ha una foto preferita?

«Quella del manifesto della mostra: quelle mani tese esprimono tutta l’urgenza di fare un passo in avanti per proteggere l’Amazzonia e chi ci vive. Un’immagine potente, ma sono tutte foto di straordinario impatto emotivo».

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Dice Salgado: «Il mio desiderio è che tra cinquant’anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto». Quali sono le responsabilità del mondo dell’impresa sulla sostenibilità ambientale?

«La sostenibilità deve essere economica, sociale e ambientale: è una responsabilità che tutti dobbiamo assumere come aziende, perché le aziende sono corpi sociali. Devono fare profitto per non fallire, ma il profitto deve essere mezzo per poter agire in maniera etica e responsabile sul fronte sociale e ambientale. Fatte le debite proporzioni, vale per ciascuno di noi. Il primo obiettivo di Illy è diventare carbon neutral entro il 2033: un regalo che vogliamo farci per il nostro centenario. Questo ci impegna in tutta la filiera, a cominciare dai paesi produttori. I nostri agronomi usano ad esempio pratiche di agricoltura rigenerativa per diminuire le emissioni e aumentare la biodiversità».

Cosa fate di specifico per il Brasile?

«Uno dei caffè usati nella nostra miscela è quello brasiliano. Siamo vicini al Brasile, abbiamo lì una filiale molto attiva e lavoriamo saltando gli intermediari e relazionandoci direttamente con i produttori. Così sosteniamo attivamente il progresso delle comunità. Non solo una pacca sulla spalla: paghiamo i produttori il 30% di più di quanto si potrebbe a prezzi di mercato perché il rispetto inizia dalla concretezza».

Che rapporto c’è tra Illy e l’arte?

«Ernesto Illy diceva che gustare il caffè è un’esperienza multisensoriale, che riguarda anche la vista. E l’arte nutre la vista. Il connubio tra impresa e arte è veicolato attraverso esperienze come la mostra di Salgado o le nostre tazzine iconiche: tele bianche su cui gli artisti esprimono la propria cultura e i propri valori. Siamo sponsor della Biennale Arte da undici edizioni e a ogni volta realizziamo una Illy Art Collection. Questa volta il curatore Adriano Pedrosa ha scelto quattro artisti latinoamericani, che hanno realizzato tazzine molto belle e colorate».

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