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Paolo Casarin ricorda l’arbitro italiano entrato nella storia: Concetto Lo Bello avrebbe compiuto oggi 100 anni

Paolo Casarin ricorda l’arbitro italiano entrato nella storia: Concetto Lo Bello avrebbe compiuto oggi 100 anni

foto da Quotidiani locali

Ciao Concetto, tanti auguri per il tuo secolo di vita completato proprio oggi, 13 maggio del 2024. Vissuto in gran parte nella realtà e poi continuato nei pensiero di tanti fino ad arrivare ai traguardo dei cento anni. E da domani la tua corsa proseguirà.

Sono riflessioni anche mie: il 12 maggio ho compiuto 84 anni e mi sembra di dover ricordare e pensare sempre di più. Per non dimenticare le tappe significative del passato.

Caro Concetto, mi riferisco innanzitutto al saluto finale all’Ospedale di Pavia, dove ogni domenica mattina passavo a salutarti e a parlare di calcio e di arbitri. Con noi anche tua figlia Franca che spesso sorrideva scambiandoci per due matti. Mi sembrava utile sentire i tuoi consigli che avrei poi trasmesso agli arbitri di cui, a partire dal 1990, mi sono occupato. E tu eri soddisfatto di cedere agli arbitri più inesperti parte dei tuo grande patrimonio di capacità tecnica.

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Ogni domenica cresceva in te la volontà di dare, i tuoi discorsi diventavano sempre più convincenti, i ricordi dei nostri iniziali disaccordi spiegati e subito cancellati. Mi sembrava che la tua rinascita fosse prossima e in grado di sconfiggere il male.

Ogni uomo pensa che la propria generosità possa produrre solo positività per gli altri e per sè stesso. Non è sempre così purtroppo. Venne il momento di salutarci: una partita e un arbitro mi aspettavano. Concetto mi sembrò sereno. Mentre andavo al parcheggio per ritirare la macchina mi venne il dubbio di averlo salutato frettolosamente e allora ritornai all’ospedale. La figlia era uscita dalla camera e vedendomi si sorprese: «Paolo, mio papà sta bene, ora sta riposando».

Non lo vidi più. Morì il 9 settembre 1991. Al funerale, a Siracusa, mancavano molti arbitri a cui aveva insegnato tanto.

Il 19 ottobre del 1971, Lo Bello fu designato per una partita di Coppa Uefa a Zagabria. Era Dinamo Zagabria-Austria Vienna, ma rappresentava il suo ritorno in Jugoslavia dopo le Olimpiadi del 1960. Era successo che Concetto, in una partita decisiva delle Olimpiadi, con la Jugoslavia coinvolta, vide la sconfitta dei balcanici dopo l’espulsione del loro capitano, Galic, a quindici minuti dall’inizio della gara.

Si disse che Lo Bello, conoscendo abbastanza la lingua slava e, in particolare, le parole offensive, non avesse sopportato il ripetersi di un comportamento da parte del capitano. Fui designato, come guardalinee, e partimmo per la Jugoslavia.

L’aeroporto di Zagabria, all’arrivo di Concetto, era già pieno di giornalisti che lo accolsero con molta partecipazione. Questo fatto inaspettato lo preoccupò. Lo considerò l’inizio di un’accoglienza falsa e tutt’altro che benevola, in effetti all’indomani, una volta arrivato allo stadio, stracolmo di tifosi di casa, e messo piede sul campo fummo scossi da un tifo insopportabile per intensità e continuità.

La partita cominciò in un clima difficile al punto che perfino i giocatori, di entrambe le squadre, ne furono turbati. Lo Bello reagì arbitrando chiaramente contro la squadra di casa, rovesciando le decisioni e contribuendo a scatenare ulteriori proteste.

Quando passava vicino a me cercavo di chiedergli, inutilmente, più calma e serenità. Verso il quarto d’ora, in una situazione drammatica a causa del tifo, mi accorsi che il viso dì Concetto mostrava dei cedimenti; un giocatore di casa mi disse di non preoccuparmi in quanto sarebbero stati, a partire da quel momento, molto corretti. Supplicai Concetto, pur da lontano, di arbitrare come sapeva. Quasi per miracolo tutti i presenti, tifosi, giocatori e arbitro, sembrarono concordi nel recuperare l’equilibrio e il buon senso e la partita si indirizzò verso la regolarità.

Il pubblico divenne normale, Lo Bello arbitrò bene ma, soprattutto | giocatori mi sembrarono proteggere, o almeno rispettare in ogni fase le decisioni di Lo Bello.

Questa esperienza per sottolineare che, anche in quei tempi, i giocatori di ogni livello, in Italia e all’estero erano in grado di valutare correttamente la capacità e l’equilibrio delle decisioni di Concetto e non si soffermavano solo sull’aspetto talvolta eccessivo, ma sempre corretto, di questo grande e indimenticabile maestro.

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