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Condannati i componenti della Banda dei Rolex a Trieste

TRIESTE Chiuso il processo in primo grado a carico della "banda dei Rolex", il gruppo criminale ritenuto responsabile di varie rapine armate avvenute negli ultimi due anni, tra cui il tentato omicidio nei confronti dell'imprenditore triestino Fabio Galgaro.

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Il giudice Alessio Tassan, nell'udienza che si è tenuta questa mattina, lunedì 13 maggio, ha condannato con il rito abbreviato Letizia Alaimo (9 anni e 6 mesi), Agron Ndoci (8 anni), Eugenio Spina (7 anni e 4 mesi).

Hanno patteggiato David Kalaj (2 anni e 4 mesi ), Marlin Kalaj (2 anni e 4 mesi), Klevis Lusha (3 anni e 2 mesi) e Bion Elshani (3 anni e 2 mesi).
Stabiliti i risarcimenti alle vittime, con provvisionali variabili dai 5 mila ai 50 mila euro in base anche ai valori dei Rolex rubati. Ma i risarcimenti finali saranno da definire con una causa civile.

Il pm Lucia Baldovin ha coordinato le indagini della Squadra mobile.

Resta ancora latitante l'albanese Kristjan Lumaj, ritenuto il capo banda.

Le rapine, come ha precisato in seguito una nota diffusa dalla Procura di Trieste, si erano verificate nella provincia di Trieste tra febbraio 2022 e gennaio 2023.

Nel dettaglio, Letizia Alaimo, era imputata di concorso in tentato omicidio, in sei rapine, di cui due con lesioni gravi, in una tentata rapina e infine di simulazione di reato; Agron Ndoci, doveva rispondere di concorso in due rapine e in una tentata rapina; Eugenio Spina di concorso in due rapine con lesioni gravi.

David Kalaj e Marlin Kalaj erano rispettivamente imputati di concorso in tentata rapina; Klevis Lusha e Bion Elshani di concorso in rapina. A Kristjan Lumaj, attualmente latitante, vengono addebitati un tentato omicidio, otto rapine consumate, di cui due con lesioni gravi, e due tentativi di rapina.

Nei suoi confronti, si legge nella nota della Procura, «il giudicante ha disposto un differimento del processo, come chiesto dal difensore, onde consentirgli di valutare l'eventuale costituzione e la formulazione di richiesta di un rito alternativo, in considerazione dell'entità della pena che potrebbe essergli inflitta: infatti solo per il tentato omicidio rischia una pena fra i 12 e i 24 anni di reclusione».

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