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Cosa si intende per “contenuto politico” su Facebook, Instagram o Threads

Si tratta di quei contenuti che, senza una opportuna sponsorizzazione, verranno penalizzati e diffusi molto meno tra gli utenti delle piattaforme

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La domanda è: quali saranno i contenuti definiti “politici” da Meta che non troveranno più quell’ampia condivisione anche al di fuori delle community di riferimento degli utenti o delle pagine che li producono? Perché qui c’è un doppio livello di complessità: innanzitutto quello di carattere algoritmico (che interessa tutta la distribuzione del contenuto sulle varie piattaforme social di Meta), ma poi c’è anche quello che sta a monte dell’algoritmo, ovvero il criterio decisionale, il prompt (come potremmo definirlo), che Meta ha deciso – a livello di policy – per dare una definizione al contenuto politico in sé. Quando Meta dice che vuole limitare la diffusione di contenuti politici, a quale tipo di contenuto si riferisce esattamente? Possiamo sicuramente basarci sulla definizione che la società di Mark Zuckerberg ha individuato per le inserzioni di questo tipo.

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Come viene definito un contenuto politico su Meta

Si tratta, infatti, di quei contenuti che «sono creati da o per conto di o su un candidato a un incarico pubblico, un personaggio politico, un partito politico, un comitato di azione politica oppure sostengono l’esito di un’elezione a un incarico pubblico», oppure che «si riferiscono a un’elezione, un referendum o a un’iniziativa elettorale, comprese le campagne di informazione sulle elezioni o per ottenere voti», o ancora che «riguardano temi sociali del luogo in cui l’inserzione viene pubblicata». Per temi sociali, poi, Meta ha una definizione e una possibilità di diffusione diversa a seconda del Paese all’interno del quale vengono pubblicati. Per l’Unione Europea stiamo parlando di diritti civili e sociali, crimine, economia, politiche ambientali, salute, immigrazione, valori politici e governance, sicurezza e politica estera.

Di conseguenza, i contenuti che non troveranno spazio nei reels suggeriti o nei nuovi threads saranno quelli provenienti da pagine di impegno sociale, da commentatori politici, da mass media che si occupano di politica, dagli stessi candidati o dai loro partiti di riferimento. Ovviamente, a patto che queste stesse pagine non siano seguite già di per sé dagli utenti o a patto che questi contenuti non siano coperti da una sponsorizzazione.

Stiamo parlando di temi, comunque, di natura informativa: chiunque avrebbe il diritto di farsi una opinione su diritti civili, economia, politiche ambientali, salute e immigrazione, oltre che sulla politica estera. Giornalisti, progetti editoriali, ma anche attivisti (anche nel caso in cui non fossero direttamente impegnati nell’agone elettorale) sarebbero le figure maggiormente penalizzate da queste nuove scelte di Meta. A meno che non abbiano soldi da investire. Ma ha senso che i temi del dibattito pubblico quotidiano diventino merce da contrattare?

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