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Infermieri contrari alla ricetta Bertolaso:  «Colleghi esteri? A questa condizioni non ci stiamo»

PAVIA. Contrari all’arrivo di infermieri dall’estero, a meno che non venga certificata la padronanza dell’italiano e i titoli di studio. Nella giornata dedicata alla professione, l’Ordine provinciale degli infermieri boccia la ricetta Bertolaso, ideata per mettere una pezza sulle carenze di operatori sanitari nei reparti tramite l’assunzione di professionisti da Paesi del Sudamerica come Argentina e Paraguay. «Siamo contrari alle modalità che Regione vuole adottare, non all’arrivo di colleghi dall’estero che pure costituiscono una risorsa per tamponare le carenze. Ripeteremo la nostra posizione a Bertolaso durante l’incontro messo in calendario questo mese» afferma Matteo Cosi, presidente provinciale dell’Ordine degli infermieri (Opi) a margine dell’evento organizzato in cupola Arnaboldi, per celebrare la giornata internazionale degli infermieri e delle infermiere, fondamentali per la tenuta del sistema sanitario oggi in affanno.

«Sono già 2.400»

Secondo le stime dell’ordine, gli infermieri stranieri sono già una realtà in Regione e uno dei nodi riguarda la certificazione delle competenze acquisite all’estero: «La nostra nostra non è una chiusura ai colleghi che arrivano dall’estero ma alle modalità adottate finora. In questo momento ci sono 2.400 infermieri stranieri che lavorano in Lombardia – prosegue Cosi – tuttavia, non sappiamo quanto conoscano la lingua né se le loro competenze siano in linea con quelle europee. Nel frattempo, è stata concessa una nuova deroga al riconoscimento dei titoli stranieri, norma che era stata introdotta durante l’emergenza Covid ma che è stata prorogata di anno in anno. Questa strategia crea iniquità all’interno della categoria, perché non c’è equiparazione tra le competenze degli infermieri che si sono formati in Italia e quelli arrivati dall’estero. Così si rischia di applicare due pesi e due misure. Se l’arrivo di colleghi dall’esterno non si trasforma in un’asta al ribasso, gli ordini possono fare da sponda all Regione. Ma le modalità attuali ci vedono contrari».

Stipendi e carenze

Secondo l’ordine degli infermieri, l’arrivo degli infermieri dall’estero – se gestito – può essere parte di una più ampia soluzione per risolvere almeno in parte la cronica carenza di operatori: «Bisogna valorizzare le competenze degli infermieri – aggiunge Cosi – che sono professionisti laureati e per questo necessitano di un giusto riconoscimento economico, aumentando gli stipendi man mano che si fa carriera. La professione è cambiata, ma questo cambiamento non è stato ancora riconosciuto: non stiamo sfruttando appieno le possibilità degli infermieri» conclude il presidente di Opi, a margine di un appuntamento in cupola che ha richiamato centinaia di persone. Manovre salvavita simulate, musica e balli sono solo alcune delle attività proposte nel corso di una giornata che ha incassato anche il supporto di diverse associazioni, e la partecipazione di molti pavesi che si sono fermati per assistere all’evento. «Siamo una professione importante e le persone ce lo riconoscono» dice Manuela Cattaneo, presidente della commissione d’albo dell’ordine degli infermieri. «C’è stato anche un momento di ricordo per i colleghi morti durante il Covid o lavorando in contesti di guerra» conclude Cosi. —

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