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Università, ok alla mozione su Gaza: «Clausola di coscienza per i ricercatori»

«Sconcerto e profonda preoccupazione» per la drammatica situazione nella Striscia di Gaza. Ma non solo: borse di studio usate come corridoi umanitari per gli studenti palestinesi e la clausola di coscienza che consentirà ai ricercatori padovani di non partecipare a ricerche con Israele sospettate di “dual use”, cioè che possano essere utilizzate anche per l’industria bellica. E’ il contenuto della mozione approvata dal Senato accademico martedì 14 maggio, mentre fuori gli studenti dei collettivi antagonisti protestavano accampati con le tende.

Cosa dice la mozione

Nella mozione si «esprime sconcerto e profonda preoccupazione per l'ulteriore drammatico evolversi del conflitto» a Gaza, «condotto con ingiustificabile accanimento dall'esercito israeliano ai danni della popolazione civile palestinese alla quale vanno sentimenti di vicinanza e solidarietà». La mozione impegna l'Ateneo «a rafforzare le iniziative già
in essere 'Scholars at risk' e 'Students at risk', destinando risorse per borse di studio finalizzate all'accoglienza di
docenti, studenti e studentesse delle Università Palestinesi distrutte a causa del conflitto» e «ad inserire negli accordi di
ricerca un richiamo esplicito all'art. 15 del Codice di Integrità della Ricerca dell'Università di Padova, intendendo in
tal modo richiamare l'attenzione dei ricercatori sul rispetto dei principi etici alla base dell'operato del nostro Ateneo»

Il lavoro di mediazione

"In quanto senatori, abbiamo deciso di non fermarci davanti a due mozioni sulla Palestina bocciate. Dopo ormai sette mesi di genocidio in corso era inaccettabile che l'università non avesse ancora preso una chiara posizione rimanendo in silenzio, mentre nel frattempo la comunità studentesca ha dato un forte segnale che non andava ignorato: Unipd non deve restare a guardare – sottolinea Domenico Amico, coordinatore di Udu – Avendo riscontrato molte complessità e difficoltà nella discussione delle precedenti mozioni, abbiamo sentito la necessità di approfondire il dialogo con i senatori, per provare a superare quelle barriere ideologiche che fino ad ora hanno bocciato ogni proposta, nel costante silenzio della rettrice Mapelli. Il tavolo con i senatori e le mail inviate servivano a questo, a far loro comprendere un punto di vista diverso e a lanciare un messaggio chiaro ed unanime, agendo con l'urgenza che la drammatica situazione a Gaza richiede. Abbiamo anche avuto l’occasione di coinvolgere il professor Marco Mascia, docente di relazioni internazionali e Presidente del Centro Diritti Umani di Ateneo, incontrandoci e lavorando insieme sulla mozione. Il professor Mascia ha condiviso con noi la necessità di mostrare alla governance che c'è una parte dell'Ateneo che non si è sentita rappresentata dalle decisioni prese nelle precedenti sedute del Senato e che richiede, anche a gran voce, un cambio di rotta da una posizione debole e stagnante dalla quale il Senato e la governance non volevano scostarsi, ma che con un lavoro di pressione che portiamo avanti da mesi siamo riusciti a cambiare".

Il boicottaggio mancato e la clausola di coscienza

Teresa Cozzi, senatrice per Udu Padova, ricorda le precedenti istanze presentate da Udu al Senato Accademico: "Nella prima mozione che abbiamo presentato, ci è stato impossibile far prendere posizione a Unipd in solidarietà al popolo palestinese; la seconda volta abbiamo portato il tema della problematicità riguardante il "dual use" degli accordi bilaterali tra UniPd e gli Atenei israeliani e del bando di collaborazione tra il MAECI e lo stato israeliano, uscendone profondamente delusi dal totale rifiuto del Senato a considerare la nostra proposta". Prosegue con i punti contenuti nella mozione di ieri: "Finalmente, siamo riusciti a far esprimere Unipd, tramite il suo organo politico che è il Senato, con una posizione di sconcerto e profonda preoccupazione per l'ulteriore drammatico evolversi del conflitto, condotto con ingiustificabile accanimento dall’esercito israeliano ai danni della popolazione civile palestinese alla quale vanno sentimenti di vicinanza e solidarietà. Inoltre, verranno anche destinando risorse per borse di studio finalizzate all'accoglienza di studenti, ricercatori e dottorandi delle Università palestinesi distrutte dai bombardamenti, previsti in votazione anche al prossimo Consiglio di Amministrazione e un impegno per la creazione di corridoi umanitari; infine, la mozione contiene anche una clausola che permetterebbe di bloccare gli accordi bilaterali tra UniPd e altri Atenei in caso di verifichi il rischio di "dual use" della ricerca scientifica."

Mozione approvata all’unanimità

Emma Ruzzon, senatrice Udu e Presidente del Consiglio degli Studenti, aggiunge: "La votazione di oggi ci ha mostrato come il lavoro che abbiamo portato avanti, soprattutto nelle ultime settimane, sia fruttato in questa mozione, passata all’unanimità. Uscire da questa seduta del Senato Accademico con una platea di astenuti e contrari sarebbe stato molto grave, viste le evoluzioni dell'invasione di Rafah da parte dell'esercito israeliana e il numero di civili uccisi, sempre più vicino ai quarantamila".

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