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Ambrogio Maestri torna alla Scala e interpreta Don Pasquale

Ambrogio Maestri torna alla Scala e interpreta Don Pasquale

foto da Quotidiani locali

Sarà il baritono pavese Ambrogio Maestri a prestare voce e volto al burbero Don Pasquale al Teatro alla Scala di Milano. L'opera buffa di Gaetano Donizetti è in scena per sei rappresentazioni fino al 4 giugno, nell’allestimento di Davide Livermore che aveva conquistato il pubblico nel 2018 con il riferimento alla commedia all’italiana. Sul podio un esperto donizettiano come Evelino Pidò; in scena insieme ad Ambrogio Maestri e Mattia Olivieri, che erano già stati Don Pasquale e Malatesta nel 2018 con Riccardo Chailly, ci saranno Andrea Carroll come Norina e Lawrence Brownlee come Ernesto. Andrea Porta torna nella parte del notaro. Le prime due rappresentazioni di Don Pasquale sono già esaurite e per le altre restano pochissimi posti, ma la serata del 28 maggio sarà trasmessa in diretta streaming su LaScalaTv, dove resterà disponibile on demand fino al 4 giugno. Lo abbiamo raggiunto alla vigilia del debutto nella sua abitazione di Lugano, dove abita.

Com'è stato il "day before" del protagonista del Don Pasquale?
«Direi sereno... giovedì abbiamo fatto la prova generale ed è andato tutto bene. Il mio "day before" è di riposo, soprattutto mentale. Un po' come i cavalli, che riposano prima di affrontare la gara! Diciamo che ne approfitto per sbrigare tutte quelle faccende che devo sempre rimandare».
Le piace questa versione prodotta dal Teatro alla Scala di Milano?
«Molto. Credo che questa produzione sia una delle migliori, sicuramente non tradizionale. Anche nella rappresentazione del mio personaggio, don Pasquale».

In che senso?
«Questo Don Pasquale è un personaggio un po' crudo, che deve far sorridere ma anche riflettere. A volte all'estero viene presentato un po' come "scemetto", invece in questo caso non lo è affatto». -

Difficile da interpretare?
«Molto, è difficile soprattutto dire le cose molto velocemente e cercare comunque di far capire tutto al pubblico che ascolta. Anche musicalmente, soprattutto col maestro Evelino Pidò, che si basa sulla partitura originale, un po' diversa rispetto a quelle consuetamente portate in scena. Ci sono alcune parole in più in certi momenti, in altri invece alcune in meno. E non è facile ricordarsi queste piccole differenze per me che le interpreto entrambe».

Capita mai di sbagliare sul palco?
«Certo, anche in prova generale è accaduto. Ma l'importante è andare avanti, anche perché spesso me ne accorgo io e pochi altri... Ma credo che l'importante sia saper entrare bene nel personaggio più che non commettere mai errori».

Lei è sicuramente molto diverso nella vita da don Pasquale. Ma c'è qualcosa che può ritrovare in lui?
«Penso che alla fine ognuno possa ritrovare qualcosa di sè in don Pasquale, un uomo burbero, che arriva a sposarsi con una donna molto più giovane di lui pur di non far sposare il nipote... Oggi leggendo i giornali quanti anziani sposano donne molto più giovani? Magari le loro badanti. Solo che don Pasquale, che è anche avaro, non finisce col dilapidare tutti i suoi averi».

Che cosa ha in cantiere Ambrogio Maestri per l'immediato futuro?
«Tante cose. Subito dopo la "prima" alla Scala partirò per Barcellona, dove il 26 giugno al Gran Teatre del Liceu sarò Michonnet nell'Adriana Lecouvrer. Mi concederò qualche giorno di ferie a luglio, con un po' di mare, prima di agosto dove sarò impegnato a preparare il Falstaff a Parigi (in scena dal 10 al 13 settembre), nel caos più totale per la concomitanza con le Olimpiadi».

Daniela Scherrer

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